Operazione “Reale Ippocrate”: gli arrestati

Reggio Calabria Cronaca

Con Giuseppe Pelle, 53 anni, capo dell'omonimo clan della 'ndrangheta, sono destinatari di ordini di arresto, nell'ambito dell'inchiesta dei Carabinieri "Reale-Ippocrate" su presunte certificazioni mediche false a vantaggio del boss, il figlio Antonio, 25 anni, e la moglie Marianna Barbaro, di 45. Padre e figlio erano già detenuti. Gli altri arrestati sono un avvocato di Cosenza, Francesco Marcello Cornicello, di 39 anni (sottoposto ai domicilairi), Francesco Moro, di 57 anni, medico del servizio 118 di Locri; il titolare di "Villa degli Oleandri" di Mendicino (Cs), Guglielmo Quartucci, di 59 anni. La magistratura ha anche disposto il sequestro delle quote patrimoniali della clinica di Quartucci.

Il boss di San Luca Giuseppe Pelle costruiva ad arte un vero e proprio "film" per indurre i giudici a scarcerarlo. Insieme ad altre cinque persone, tra cui due medici e un avvocato, è stato colpito da una ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina dai carabinieri. Il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha spiegato che Pelle si costruiva negli anni il dossier da presentare per la scarcerazione grazie a medici compiacenti. Quella "scelta" dal boss Pelle era la depressione maggiore. A spiegarne il motivo è stato il collaboratore di giustizia Samuele Lovato, il quale ha raccontato ai magistrati che la depressione "è una di quelle patologie astratte". Sono finiti in manette anche la moglie del boss, Marianna Barbaro, e il figlio Antonio Pelle di 24 anni. Ai domiciliari l'avvocato del Foro di Cosenza Francesco Marcello Cornicello.

Avrebbe aiutato un agente di polizia arrestato per tentato omicidio aggravato della moglie, attraverso le false attestazioni del dottore Quartucci, ad essere scarcerato perché guarito dal suo stato di salute. Anche in questo caso si trattava di una certificazione falsa, al punto che gli stessi indagati avrebbero commentato di non essere convinti che l'uomo fosse guarito. Poco tempo dopo, a riprova di ciò, l'agente di polizia è stato arrestato nuovamente. Sono state svolte inoltre diverse perquisizioni domiciliari. In una abitazione privata, chiusi in cassaforte, sono stati trovati 135 mila euro in contanti.

Altro professionista colpito dall'ordinanza di custodia cautelare è il medico del servizio 118 Francesco Moro. Si sarebbe accordato con il boss Giuseppe Pelle sulla simulazione di telefonate di emergenza al 118 per potere rilasciare certificazione sanitaria che sarebbe servita a Pelle per costruirsi il dossier favorevole all'accertamento della sua falsa patologia neuropsichiatrica.