Catanzaro: nasce Azione popolare, il movimento che fa capo a Silvano Moffa

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Di lavoro non si può continuare a parlare in astratto, di lavoro bisogna parlare nello specifico, capire le situazioni coglierle e proporre soluzioni immediate e concrete che partano dall’esistente per creare condizioni eque. E’ questo l’obiettivo di “Azione popolare” il movimento che fa capo al gruppo Popolo e Territorio di Silvano Moffa, già amministratore capace di confrontarsi con il territorio e oggi parlamentare impegnato sui diversi fronti del lavoro e presidente della stessa Commissione lavoro della Camera. Azione Popolare è oggi realtà anche a Catanzaro dove è stato costituito il coordinamento composto da Giuseppe Mazzullo, Filippo Capellupo, Giuseppe Apostoliti e Vitaliano Fiorentino. E così come Catanzaro è stata la prima città in cui si è parlato della proposta di legge contro il caporalato, da Catanzaro partirà un dibattito politico ad ampio raggio sui temi che interessano la nostra quotidianità. La piaga del precariato, anche in settori che sembrano dorati come quello dell’editoria e del giornalismo in particolare, e poi ancora l’equo compenso, le dismissioni del patrimonio pubblico, immigrazione e mercato del lavoro. Silvano. Moffa, è già intervenuto a Crotone per l'adozione della Cassa Integrazione per i lavoratoti Ceramiche Crotonesi ex Gres 2000, ottenendo un grande successo. Oggi la discussione si ripropone all'attenzione nazionale per la proposta di legge sull'equo compenso per combattere il precariato nel mondo del giornalismo. Un’iniziativa già indicata come "legge Moffa". In molte regioni, come la Toscana, sono stati assunti impegni per favorire e premere sul Governo e sul Parlamento affinchè si approvi al più presto la Legge Moffa che prevede la mancata erogazione dei contributi pubblici agli editori che non rispettano retribuzioni congrue andando così contro il dovere della responsabilità d'impresa sancita dalla Costituzione, che impone loro di impegnarsi a contrastare i comportamenti di quelle aziende che vengono meno ai principi basilari di rispetto della dignita' professionale.