Slai Cobas: “Processo Marlane senza fine”

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"Non si contano più le udienze preliminari e non di quello che dovrebbe essere il processo alla Marlane Marzotto; eppure non c’è verso perché l’iter proceda spedito, né induce all’ottimismo la decisione scaturita al termine di una giornata spesa a discutere di cavilli procedurali e quant’altro. Ma davvero ci voleva una giornata intera – si è conclusa alle 17 – per decidere il rinvio al prossimo 24 febbraio?". E' quanto scrve in una nota il sindacato Slai Cobas d Paola.

"Nell’aula del tribunale di Paola - continua la nota - assistiamo ogni volta alla passerella dei cinquanta e più avvocati – se ne è aggiunta un’altra mezza dozzina – tutti intenti a recitare un copione forse già scritto se ancora assistiamo alle solite incorrette notifiche ai responsabili civili nonché agli enti e alle istituzioni trascinati in causa quali l’ENI - già proprietaria dell’azienda con la Lanerossi - e la Presidenza del Consiglio che ha censurato la liceità della convocazione non essendo stata inoltrata a persona dalla certa identificazione. Ed il balletto continua tra ricerche via Web sul sito delle Poste per verificare l’avvenuto inoltro con relativa consegna delle notifiche e cervellotiche interpretazioni delle norme contenute nel codice di procedura penale".

Per i rappresentanti sindacali, è stato "notevole l’intervento della giovane P.M. Roberta Carotenuto che ha chiesto con forza di mettere un freno allo stillicidio dei cavilli procedurali e di trovare una soluzione atta a consentire senza ritardi e rallentamenti l’avvio di questo importantissimo processo. Ovviamente per lo SLAI Cobas e per i pochi ricorrenti presenti la delusione era davvero cocente, né aiutava l’assistere alle esercitazioni verbali di tanti patrocinatori spesso ignari.

E mentre il “carrozzone” tenta di avviarsi la gente muore, un altro lavoratore è deceduto proprio a Natale per tumore al cavo orale: aveva 55 anni. Aveva lavorato per lunghi anni in filatura pettinata e dopo la dismissione di questa avvenuta nel ’96 era stato trasferito in tessitura. Biagio era stato assunto in seguito al decesso del padre già addetto al carbonizzo, dal triste primato di essere stato la prima vittima della Marlane di Praia a Mare. Padre e figlio - conclude la nota - accomunati dallo stesso destino, in tribunale intanto si disserta".

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