Museo della ‘ndrangheta, Marziale: “condivido idee di Lamberti Castronuovo”

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“Uno dei mali endemici della Calabria è quello di trasformare le proposte di innovazione e le riflessioni culturali in provocazioni e, di conseguenza, in polemica”. È quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’ Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, in relazione alle dichiarazioni dell’assessore provinciale reggino alla cultura e alla legalità Eduardo Lamberti Castronuovo sul Museo della ndrangheta: “Alle quali – chiosa Marziale – aderisco risolutamente”.

“Fu Giovanni Falcone – spiega il sociologo – ad individuare nell’esercito di maestri elementari la chiave di soluzione per ridimensionare il potere della criminalità, riconoscendo alla cultura un valore addirittura superiore rispetto alle iniziative giudiziarie e militari. Denominare “museo” un luogo dedicato ad una cancrena sociale significa, ha ragione Lamberti Castronuovo, ammantare il fenomeno di peculiarità che nel gergo culturale universale definiscono luoghi dell’arte e della memoria degni di lode e riverenza, mentre, invece, Reggio Calabria e la Calabria – sottolinea Marziale – sono chiamate a cancellare nel tempo i segni di una realtà che ne subordina la dignità e l’immagine, offuscando le bellezze morfologiche e le tradizioni storiche di un popolo laborioso e portatore di valori positivi”.

Per Marziale: “Nessuno, ne io ne tantomeno l’assessore Lamberti Castronuovo intende minimamente pensare che l’antimafia e lo stesso Museo della ndrangheta siano da additare alla pubblica gogna, semplicemente c’è da chiedersi se la denominazione sia opportuna. A me, personalmente, non piace perché il rischio di tramandare alle generazioni in divenire un feticcio culturale è elevata. Detto ciò – conclude il sociologo – esprimo la mia ammirazione verso quanti si prodigano a combattere la mafia mettendo le proprie idee a disposizione della collettività, auspicando che la Calabria si apra finalmente alla cultura del confronto e la smetta una volta per tutte di trasformare un’opportunità di progresso in scontro ad ogni costo”.