Idv, Donadi presenta interrogazione su Ponte sullo Stretto

Calabria Attualità

Massimo Donadi, capogruppo idv alla Camera dei deputati, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro per le infrastrutture ed i trasporti su sollecitazione del Gruppo regionale consiliare calabrese dell’Idv.

“Nonostante il Governo Berlusconi abbia sempre ripetuto che l’opera sarebbe stata pagata dai privata – scrive Massimo Donadi- è sotto gli occhi di tutti il fatto che il costo dell’opera sarà per la maggior parte a carico delle casse pubbliche, considerato anche che la società concessionaria, soggetto di diritto privato, è finanziato per la quasi totalità con soldi pubblici;sulla base di tali fattori, la relazione della Corte dei Conti del 2010 ha riportato che i dati riferiti in sede istruttoria dalla Stretto di Messina ha indicato il fabbisogno finanziario complessivo al 2008 in un ammontare di risorse pari a circa 6 miliardi di euro, oggi da altre fonti valutate in oltre 8 miliardi di euro; in estate la Stretto di Messina S.p.A. ha approvato il progetto definitivo del ponte, aggiornando a 8,5 miliardi l’investimento complessivo per nuove opere richieste dagli enti locali, adeguamenti alle nuove norme tecniche e ottimizzazioni progettuali. Entro febbraio del prossimo anno dovrebbe arrivare l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo da parte del CIPE; la rete “No Ponte” ha dichiarato che si tratterebbe “delle ultime carte che certa politica e certa imprenditoria tenta di giocare, accelerando i tempi per l’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo da parte del CIPE e che in caso di mancata realizzazione dell’opera come ormai sembra certo, garantirebbe il pagamento delle penali alle imprese interessate”;dalla lettura dei giornali emerge chiaramente, infatti, che le penali tanto enfatizzate sarebbero dovuto solo dopo che il CIPE avrà approvato il Progetto, mentre non i contratti non le prevederebbero se il progetto viene bloccato prima;agli inizi di ottobre 2011 a lanciare l’allarme penali, dopo che la Commissione europea aveva dichiarato il ponte “opera di non pubblica utilità” erano stati gli ex Ministri Matteoli e Romani hanno dichiarato che “Non escludiamo di dover pagare penali dal 55 al 10% dei quattro quinti dell’importo dei lavori”.

La loro apparente prudenza sembra confermare che al momento le penali non sarebbero dovute”. Continua Massimo Donadi: “dagli approfondimenti condotti da me, risulta che le poste del bilancio dello Stato che destinano risorse a favore del Ponte sullo stretto di Messina appaiono azzerate nella legge di stabilità n. 220 del 2010 e che il 27/10/2011 la Camera dei deputati ha approvato una mozione presentata dal gruppo dell’Italia dei Valori, che chiedeva al Governo di recupera almeno in parte le risorse destinate al trasporto pubblico locale pregiudicato dai tagli dell’ultimo governo Berlusconi. In particolare si chiedeva di reperire le risorse economiche necessarie eventualmente ricorrendo alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del ponte sullo stretto;non sono bastati 40 anni a costruire il ponte sullo stretto di Messina, sulla cui inutilità ci sono pochi dubbi. Si tratta di un’opera che ha già drenato molte risorse e che ne drenerà altre, ma che si realizzerà mai, conquistando un primato come ottava meraviglia del mondo degli sprechi. Occorre fermare definitivamente il progetto- incalza Donadi- fino a quando si è in tempo e comunque prima che il CIPE approvi il progetto definitivo. C’è da rilevare, inoltre, che sul sito della società Eurolink, general contractor scelto dalla Stretto di Messina S.p.A. è apparsa la lista dei terreni da espropriare per la costruzione del ponte, nonostante non sia stata ancora stata data la dichiarazione di pubblica utilità di quei terreni.Il Governo intende o meno procedere alla realizzazione del Ponte e, in caso non intenda procedervi, quali iniziative intenda assumere per bloccare l’approvazione da parte del CIPE del progetto definitivo ed esecutivo, al fine di prevenire l’eventuale applicazione di penali?”