Crotone, colpo ai beni della cosca Maesano. Sequestrati immobili e conti correnti

Crotone Cronaca

Quattro milioni di euro è il valore dei beni che sono stati sequestrati stamani alla cosca Maesano di Isola capo Rizzuto, nel crotonese. L'operazione - condotta congiuntamente dai carabinieri del Comando provinciale e dai finanzieri - ha portato al sequestro tra l'altro di beni immobili, quote societarie e conti correnti. I provvedimenti sono stati emessi uno dal Tribunale di Catanzaro e l'altro dall'Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Crotone, su richiesta del procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Lombardo e dal pm Salvatore Curcio. Quanto al decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro a conclusione dell'indagine "Corto Circuito" condotta dai carabinieri e finalizzata al contrasto dell'impiego di beni di provenienza illecita in attività economico-finanziarie ed al trasferimento fraudolento di valori che sarebbe stato portato a termine dalla famiglia Puccio, ritenuta vicina alla cosca Maesano. L'indagine è partita dopo due segnalazioni di operazioni finanziarie sospette effettuate dall'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia di Roma a carico di alcuni componenti della famiglia Puccio. Il secondo decreto è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Crotone nell'ambito dell'indagine "Puma", portata a termine dai carabinieri il 28 dicembre 2006, contro presunti affiliati alla cosca Maesano, responsabili secondo l'accusa anche del controllo illecito di attività economiche connesse a villaggi turistici di Isola di Capo Rizzuto e Botricello nel catanzarese.

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Aggiornamenti h 13:48 | "Abbiamo coordinato in modo perfetto due diverse indagini, la prima condotta dai carabinieri di Crotone e l'altra della Guardia di finanza di Catanzaro": lo ha detto il procuratore dsitrettuale antimfia Vincenzo Antonio Lombardo spiegando i dettagli dell'operazione denomiunata 'Corto circuito' che questa mattina ha portato al sequestro di beni per 4 milioni di euro nella disponibilita' dei fratelli Giovanni Puccio, di 63 anni, e Antonio Puccio, di 54 anni, entrambi imprenditori di Botricello, ritenuti legati all cosca Mesano di Isola Capo Rizzuto. Nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede del comando provinciale dei Carabinieri di Crotone e presieduta dal collonello Francesco Iacono, il procuratore Lombardo ha spiegato che il Nucelo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro, in seguito alla segnalazione ricevuta dall'Unita' di informazione finanziaria della Banca d'Italia su alcune operazioni sospette effettuate da due congiunte dei fratelli Puccio, aveva avviato un'indagine ipotizzando il trasferimento frauloneto di beni, in pratica l'intesazione di quote societarie e denaro a soggetti che non erano indagati per vicende di criminalita' organizzata al fine di eludere eventuali misure patrimoniali. Allo stesso tempo i carabinieri della Compagnia di Crotone avevano avanzato richiesta di sequestro preventivo di alcuni beni nella disponibilita' di Giovanni e Antonio Puccio, come conseguenza del loro coinvolgimento nell'indagine antimafia denominata 'Puma' che ha rivelato i traffici illeciti all'interno del villaggio turistico Praialonga, nel comune di Isola Capo Rizzuto, ritenuto feudo della cosca Maesano. Per questa vicenda i fratelli Puccio, infatti, sono attualmente sotto processo davanti al Tribunale di Crotone con le accuse di associazione mafiosa, estorsione e voto di scambio; per Giovanni Puccio il pubblico ministero ha chiesto 14 anni di reclusione, per Antonio Puccio 10 anni di reclusione. La Procura distrettuale, dunque, ha coordinato le due indagini che sono sfociate in altrettanti provvedimenti eseguiti questa mattina.

In particolare, il sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Crotone riguarda quattro villette, tre esercizi commerciali e un terreno nel villaggio Praialonga intestati ad Antonio Puccio; due terreni nel comune di Cropani intestati alla moglie; le quote societarie, capannoni e depositi della Iie, Impresa di installazioni elettriche con sede legale a Sellia Marina; le quote societarie della Serit srl con sede a Catanzaro Lido; le quote societarie e un fabbricato della Cesit srl con sede a Botricello, tutti riferiti direttamente o indirettamente ai fratelli Puccio. Dal canto loro i militari delle fiamme gialle hanno eseguito un sequestro per equivalente di 800 mila euro a carico di nove persone, quelle complessivamente indagate nell'indagine 'Corto circuito' nei cui confronti la Procura distrettuale aveva richiesto la custodia cautelare in carcere. Il giudice delle indagini preliminari di Catanzaro, dal canto suo, pur ritenendo sussistente il fumus del reato ha rigetttato la richiesta di misura restrittiva disponendo il sequestro dei beni. "Per quanto riguarda la segnalazione di operazioni sospette - ha affermato il colonnello Mario Canmziani del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro - bisogna dire che le banche si muovono con forte ritardo, apsettano che si muovano prima le Procure; il fenomeno appare ancora piu' evidente in Calabria dove si fanno meno segnalazioni che nella media nazionale". Il comandante della Compagnia dei carabinieri di Crotone, capitano Antonio Mancini, ha illustrato i dettagli dell'operazione spiegando che i beni sequestrati erano stati intestati a mogli, fratelli e altri parenti dei Puccio. Dall'indagine emerge in maniera lampante che le societa' hanno cambiato intestazione almeno dieci volte. "Nell'informativa dei Carabinieri c'e' la prova - ha aggiunto il procuratore Lombardo - che ogni qualvolta ai Puccio succede qualcosa nel processo penale cambia l'intestazione delle loro societa'".