Uil Fpl: Comune di Crotone, il sindaco eviti inutili consulenze e riduca il suo staff

Crotone Attualità

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa a firma di Gaetano Papaleo Segretario Provinciale FPL-UIL e componente della RSU del Comune di Crotonesulle vicende interne all'Amministrazione:

"Dopo le numerose ed articolate riflessioni apparse sulla stampa in merito alle vicende interne al Comune di Crotone, ci corre l’obbligo di segnalare alcune puntualizzazioni sul vergognoso scadimento istituzionale in cui versa l’ente , sia sotto l’aspetto organizzativo-amministrativo che politico-istituzionale. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale improntata sulle promesse di tutta una serie di scelte finalizzate al miglioramento della macchina organizzativa, paventando interventi che avrebbero portato respiro e velocità a tutta l’azione amministrativa che, invece, risulta ancora paralizzata dalla presenza di lacci e lacciuoli che penalizzano l’avvio e la definizione di qualsiasi procedura amministrativa. A dirla tutta, sono trascorsi quasi sei anni da quando si è deciso di non decidere, relegando la dirigenza ed il personale in una sorta di bagno-maria i cui danni si avvertono con sempre maggiore frequenza e con sempre più diffusa rassegnazione. Siamo ormai convinti che tali comportamenti siano riconducibili ad una irresponsabile strategia che tende a mantenere tutti nella provvisorietà, dei ruoli e delle competenze, per far passare il messaggio che, tutto sommato, conviene “allinearsi”.

Alla faccia della qualità dei servizi da erogare, che al contrario abbisognerebbero di strutture allestite con programmazione, obiettivi certi e con un personale che deve sentirsi motivato e coinvolto nei processi lavorativi. Per ben due volte si è cercato di bandire concorsi pubblici e per altrettante volte abbiamo dovuto assistere ad assurdi ed improponibili balzelli. Il primo bando è stato annullato da una sentenza del TAR Calabria per profili giuridici non adeguatamente valutati in sede di indizione del bando; il secondo, pur parzialmente espletato, si trova nella condizione di non poter assumere i vincitori per non aver ottemperato ai vincoli di contenimento della spesa del personale, imposte da precise regole nazionali di finanza pubblica. Il Sindaco, invece di arrovellarsi il cervello per cercare di far quadrare i conti con qualche intervento di ingegneria contabile, avrebbe dovuto porre rimedio fin dall’inizio, almeno nel secondo mandato, alla lievitazione della spesa evitando costose ed inutili consulenze e magari riducendo il numero del proprio staff.

Non sarebbe stato più opportuno evitare di avvalersi dell’opera di dirigenti extra dotazione organica, visti poi i risultati, e magari utilizzare le risorse per incrementare il numero di agenti di Polizia Municipale fortemente penalizzata dal blocco del turn-over? Ma sembra proprio che questa Amministrazione finga di non conoscere le indicazioni della vigente normativa che impongono una riduzione degli assetti organizzativi e degli uffici di livello dirigenziale. Intanto, si è messo mano alla riorganizzazione degli uffici e dei servizi ma, anche questa volta, l’elefante partorisce il solito topolino. In buona sostanza, della nuova e presunta riorganizzazione non se ne accorto proprio nessuno, fatta eccezione di qualche dirigente che si è visto assegnare un settore in più o in meno, evidenziando la totale disomogeneità fra servizi assemblati ed assegnati ad un’unica responsabilità ed altri relegati in una condizione di “osservati speciali”. E’ imbarazzante, poi, assistere alla totale abdicazione dell’esercizio del proprio ruolo da parte delle forze politiche presenti in consiglio comunale, sia di maggioranza che di minoranza che, invece, appaiono assoldate e messe in riga con qualche seggio proprio in quelle commissioni che si riuniscono frequentemente per non decidere nulla.

E’ mai possibile assistere ad un silenzio così assordante? Il comune deve finalmente decidere di erogare servizi efficienti ai cittadini, per contribuire ad attenuare il disagio economico e sociale fortemente condizionato dalla mancanza di prospettive, dall’assenza e dalla precarietà occupazionale, dalla presenza sempre più inquietante di una diffusa illegalità e dalla desertificazione di un’intera area produttiva. E’ pretendere troppo che tali problematiche possano e debbano rientrare in pieno nell’agenda e nel dibattito politico di coloro ai quali i cittadini hanno affidato un chiaro mandato di rappresentanza? Il Paese vive un periodo di grave crisi economico-finanziaria che ancora di più la si avverte a queste latitudini. Sarebbe, quindi, buona pratica darsi un certo rigore etico e morale in alcuni comportamenti che vengono percepiti a sostegno di una certa disaffezione della gente verso “la classe politica”."


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