La squadra mobile arresta due usurai cosentini

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Padre e figlio vessavano un impiegato pubblico

Si è conclusa questa mattina un operazione della Questura di Cosenza che fin dalle prime ore dell'alba ha visto impegnati i poliziotti della Squadra Mobile diretta da Fabio Ciccimarra per contrastare il fenomeno dell'usura e delle estorsioni. I Provvedimenti cautelari emessi dal Tribunale di Cosenza su richiesta del Pm della Procura della Repubblica cittadina Claudio Curreli riguardano due uomini un padre ed un figlio Francesco Ruffolo 58 anni ed il figlio Giuseppe, 32enne, titolari di un'agenzia di trasporti. I due, sono ritenuti responsabili di concorso in usura aggravata ed estorsione commesse nei riguardi di un dipendente pubblico di Cosenza. Alla vittima un I.G., 50enne dipendente dell'Asp, a fronte d'un prestito di 4000 euro gli strozzini pretendevano con violenza, minacce e percosse , interessi pari al 5% mensile, pari al 60%annuo, nonché agevolazioni affinché la nuora di uno degli arrestati ottenesse un certificato di abilitazione professionale per i trasporti che solo l'Ente Provincia avrebbe potuto rilasciare e per il quale la vittima si era impegnata nel tentativo di rabbonire gli aguzzini. L'uomo era arrivato a minacciare il suicidio. "Ma purtroppo non ha voluto collaborare con noi", ha detto in conferenza stampa Fabio Ciccimarra, dirigente della Squadra Mobile di Cosenza. Le indagini sono iniziate un anno fa, con il suicidio di Giuseppe Perfetti, piccolo commerciante con la passione delle corse automobilistiche, che venne ritrovato privo di vita sull'autostrada A 3, il 20 aprile del 2009, con a fianco una pistola Beretta e un biglietto che parlava di gravi dissesti economici. Le indagini sono ancora in corso. Disposte numerose perquisizioni domiciliari, volte a trovare spunti utili a smascherare il traffico illecito dei Ruffolo.