Omicidio Calarco. Fornì droga a vittima e omicida, arrestato

Reggio Calabria Cronaca

Nella giornata di ieri mercoledì 19 i Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria di Reggio Calabria hanno tratto in arresto Giuseppe Antonio Cozzupoli, 52 anni, con precedenti penali per stupefacenti e già sorvegliato speciale, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Reggio Calabria su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Tripodi. L’uomo è accusato di cessione di sostanze stupefacenti.

| I FATTI

L’arresto scaturisce dalle indagini relative all’omicidio Calarco, appuntato in congedo della guardia di finanza ucciso a colpi di pistola dal cognato Giuseppe Schepisi il 26 novembre 2010. Lo Schepisi quella stessa mattina si presentò presso il Comando Provinciale dei carabinieri di via Aschenez consegnando un revolver cal.357 ancora carico e confessando l’omicidio del cognato. L’immediato intervento dei carabinieri in via Ferruccio permise di accertare la veridicità di quanto confessato dall’uomo: i militari trovarono la porta ancora aperta e il corpo del Calarco riverso sul letto della camera da letto attinto mortalmente da almeno quattro colpi di pistola. Il racconto di Schepisi, fatto nell’immediatezza ai carabinieri e nel pomeriggio dello stesso giorno al Pubblico Ministero Dott. Tripodi che lo interrogò, riferiva di una lite avuta con Calarco la sera precedente presso l’abitazione del comune amico Cozzupoli. Schepisi riferiva di uno scherzo di cattivo gusto orchestrato dal Calarco e che offendeva l’onore di sua moglie. Ne sarebbe derivata un’accesissima discussione e il Calarco lo minacciò di morte mostrandogli 3 proiettili di pistola. A quel punto secondo il racconto di Schepisi il Calarco lo costrinse a fare un giro in macchina e prelevarono l’auto dello Schepisi. Girarono per tutta la notte giungendo sino a Rosarno. Da quel momento nasce un giallo che finora le indagini non sono riuscite a chiarire: dopo una breve sosta all’autogrill i due ripartirono ma si fermarono poco dopo avendo notato un’auto ferma sulla carreggiata che chiedeva soccorso. Lo Schepisi riferì di essere stato immediatamente assalito da uno degli uomini fermi in strada il quale si era introdotto in auto nel tentativo di preleare dal vano portaoggetti il denaro dell’incasso che lo Schepisi custodiva. Quest’ultimo, riuscì tuttavia a scappare con l’auto lasciando a terra Calarco e, dopo essersi allontanato richiese l’intervento di una pattuglia della Polizia Stradale cui riferì l’accaduto. Una seconda pattuglia fu immediatamente inviata sul luogo del fatto, ma lì non vi era neppure il Calarco che fu rintracciato solo dopo e riferì che non era avvenuto nulla se non che suo cognato lo aveva abbandonato in autostrada fuggendo. Schepisi tornò a casa, mentre Calarco chiamò la sua compagna che lo prelevò e lo portò a Reggio Calabria ormai alle prime luci dell’alba. Schepisi, ossessionato dalle minacce della sera precedente e del trambusto della nottata rispetto al quale si potevano prospettare conseguenze negative per lui in relazione alla versione fornita dal Calarco alla Polizia Stradale, dopo aver avuto un breve incontro con i suoi familiari, si recò armato della sua pistola 357 magnum regolarmente detenuta, presso l’abitazione dove Calarco stava dormendo. Lì lo freddò con quattro colpi di pistola. Schepisi non ha mai chiarito le reali motivazioni del fatale gesto, né i reali contorni del litigio avvenuto a casa del Cozzupoli la sera antecedente l’omicidio, se non con versioni che secondo il GIP non appaiono totalmente credibili, mantenendo sempre un atteggiamento reticente in ordine alle reali responsabilità del Cozzupoli, ammettendo tuttavia di avere paura dello stesso. Il Pubblico Ministero ha inteso approfondire proprio questi aspetti e attraverso accertamenti medico legali ha potuto stabilire che sia Calarco che Schepisi non solo erano assuntori abituali di cocaina, ma che ne avrebbero fatto uso proprio la sera precedente il fatidico gesto. La ricostruzione dei fatti ha determinato la convinzione del GIP cristallizzata nell’ordinanza di custodia che sia stato Cozzupoli a cedere lo stupefacente a Calarco e Schepisi nel corso della nottata che ha preceduto il delitto. L’uomo è ora ristretto presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria.