Manovra finanziaria, sciopero Cgil: 5000 persona in piazza a Cosenza

Cosenza Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una vota a firma della Cgil di Cosenza

“Se non ora, quando scioperare? Se non ora, quando far sentire la voce dei lavoratori? In un Paese democratico la mobilitazione serve a cambiare le cose”. Partendo da questo presupposto, la Cgil del comprensorio di Cosenza e la Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, in occasione dello sciopero generale, hanno portato più di cinquemila persone in piazza per dire no alla manovra del governo. Dalla manifestazione cosentina si è levata forte anche la rivendicazione di nuove politiche per la Calabria. “Pretendiamo un tavolo regionale sulla crisi, altrimenti andremo avanti con la nostra protesta”. Giovani, anziani, migranti, precari, lavoratori, amministratori, da via Alimena è partito un corteo colorato e arrabbiato che è approdato in piazza XI Settembre per il comizio aperto da Giovanni Donato, segretario generale della Cgil di Cosenza. “Questo Governo degli Scilipoti attacca l’articolo 18 e lo Statuto dei lavoratori, fa pagare la manovra a chi ha di meno e risparmia chi ha di più o evade le tasse – ha sottolineato Donato -. Il Governo se lo può permettere perché quando la crisi si fa più dura è più facile ricattare i lavoratori delle fabbriche, gli insegnanti, gli studenti, i precari. La Cgi è in campo per uscire da questa società del ricatto”. Donato ha infine ricordato due compagni storici della Cgil cosentina scomparsi di recente: Michele Pennese e Bice Serra. Dal palco è giunto pure un appello per Kate, la ragazza nigeriana che rischia la lapidazione, e Francesco Azzarà, l’operatore di Emergency sequestrato. Il sindaco di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, dal canto suo, si è soffermato sui rischi legati agli ulteriori tagli agli enti locali: “Venga Berlusconi in un piccolo Comune. Venga a parlare con una famiglia che stenta ad arrivare a fine mese”. Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno, ha ricordato le tante vertenze della provincia di Cosenza: dalle Ferrovie della Calabria all’agroalimentare, dalla sanità alla scuola, dal commercio all’edilizia; dalla forestazione all’Arssa agli Lsu-Lpu. “Nonostante la situazione sia allarmante, la Calabria è la grande assente dalle politiche nazionali – ha concluso Sposato -. Nel frattempo, disoccupazione e povertà avanzano”. Il microfono è quindi passato ad Anna Maria Palummo, presidente regionale dell’Unione ciechi, che ha illustrato la decurtazioni dei fondi destinati ai disabili, a cominciare dall’indennità di accompagnamento. “Queste decisioni ci fanno tornare indietro – ha detto Anna Maria Palummo -. Ci stanno togliendo il diritto a vivere in una democrazia moderna”. Mimma Iannello, segretaria della Cgil Calabria, ha attaccato la giunta regionale e il presidente Giuseppe Scopelliti. “Il governatore è un diffamatore e un bugiardo – ha evidenziato -. Gli ricordiamo che la Cgil ha un solo interesse da difendere: la salute dei calabresi e i diritti dei lavoratori”. Le conclusioni sono state affidate a Walter Schiavella, segretario nazionale della Fillea Cgil: “Per tre anni il Governo ha negato la crisi, ha tentato di dividere il Paese, di isolare la Cgil. La risposta di Cosenza e delle cento piazze italiane è chiara: il Governo non è riuscito nel suo intento perché c’è la Cgil al fianco dei lavoratori”. “Il messaggio è evidente – ha concluso Schiavella -. Berlusconi vada a casa, si porti anche Sacconi e metta in valigia pure Brunetta”.

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