Piano di rientro. Nuova interrogazione di Guccione e Aiello

Calabria Politica

I Consiglieri regionali Carlo Guccione (PD) e Ferdinando Aiello (SEL) hanno presentato un’interrogazione urgente a risposta immediata al Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, on. Francesco Talarico rivolta al Presidente della Giunta regionale della Calabria, on. Giuseppe Scopelliti e inoltrata, per conoscenza, al Ministro per la Sanità, on. Ferruccio Fazio e al Tavolo Interministeriale Massicci, per conoscere quali iniziative immediate ed urgenti si intendono intraprendere per affrontare e superare tutte le criticità finora riscontrate nella gestione del Piano di Rientro.

Guccione e Aiello, dopo aver premesso che nel mese di ottobre 2010 il Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro sanitario in Calabria, on. Giuseppe Scopelliti, ha emanato il Decreto n° 18 con cui ha stabilito il fabbisogno dei posti-letto per “acuti” nella misura di 2,5 ogni mille abitanti; l’Asp di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti che, in base al Decreto 18 del 10.10.2010, dovrà avere 1836 posti destinati a malati “acuti” pubblici e privati e che, ad oggi, i posti letto normalizzati (DECRETO 18.10.2010), risultano essere al di sotto dell’1,9 ogni mille abitanti e, quindi, lo 0,6 in meno dei posti letto previsti dal Decreto Scopelliti (circa 500 in meno per la provincia di Cosenza). in data 5 luglio 2011 il Commissario Scopelliti ha emanato il Decreto n°54 ( Linee Guida degli Atti Aziendali che dovranno essere adottate entro il 30 settembre da Asp e Aziende Ospedaliere in Calabria), che ha confermato per la provincia di Cosenza l’impostazione di riduzione e penalizzazione nella distribuzione dei posti letto per “acuti”; le Linee Guida per la realizzazione degli Atti Aziendali prevedono per l’ex provincia di Catanzaro (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), che ha un numero di abitanti pari a 708.334, 212 strutture complesse pari al 42,34% del totale complessivo per tutta la Calabria che ammonta a 500 e 381 strutture semplici su 900 previste in tutta la regione pari al 42,34%; la provincia di Reggio Calabria, che ha una popolazione di 566.507 abitanti, ha un numero di strutture complesse pari a 127, che corrisponde al 25,4% del totale regionale e 229 strutture semplici pari al 25,4%; la provincia di Cosenza ha una popolazione di 733.508 abitanti, ha 161 strutture complesse pari al 32,2% del totale regionale e 290 strutture semplici pari al 32,2% del totale regionale;

Tutto ciò premesso e considerato, inoltre, che la spesa sanitaria regionale pro-capite suddivisa per province assegna a Cosenza 33,38 euro per ogni abitante, a Crotone 59,42 euro, a Catanzaro 13,97 euro, a Vibo Valentia 28,88 euro, a Reggio Calabria 67, 19 euro e che tutto ciò appare palesemente sperequato ed iniquo, crea uno squilibrio evidente tra i diversi territori, mette a rischio i livelli essenziali di assistenza ed evidenzia, di fatto, una forte criticità nella gestione del Piano Sanitario di Rientro da parte del Commissario, per come lo stesso Tavolo Massicci, insieme al Comitato per la Verifica dei Livelli Essenziali, ha dovuto constatare nella seduta del 19 luglio scorso in cui è stato costretto a rinviare, per l’ennesima volta, l’approvazione del Piano di Rientro impedendo, di fatto, alla nostra regione di accedere ai FAS e alla erogazione delle risorse spettanti residue che, per essere sbloccate, sono subordinate alla corretta attuazione del Piano di Rientro.

Tali risorse ammontano per la Calabria a circa 900 milioni di euro e, una volta erogate, potrebbero rappresentare la quasi estinzione del debito certificato dal Commissario Scopelliti, che è pari a un miliardo e 50 milioni di euro; il Piano di Rientro prevede per il 2011 il pareggio di bilancio e che il Tavolo Massicci ha chiesto di mettere in atto tutte le idonee e opportune iniziative per ricondurre la gestione 2011 nell’ambito degli equilibri economici programmati e che sul fronte dell’emigrazione sanitaria è stato registrato negli anni passati un saldo negativo di 320 milioni di euro, sarebbe opportuno far conoscere pubblicamente a quanto ammonta ad oggi il debito sull’emigrazione sanitaria, utilizzando i dati dei “report” trimestrali regionali del Ministero della Sanità.

Atteso che il risanamento sanitario non consiste solo nell’applicazione di una serie di tagli e balzelli, ma nella riorganizzazione e nella riqualificazione dei servizi, offrendo contestualmente al posto di quelli giudicati inappropriati, servizi alternativi che non possono essere assolutamente soppressi ed eliminati, con una riconversione mirata ai bisogni di assistenza del territorio; non è possibile disporre la chiusura di un presidio sanitario senza prima aver garantito l’attivazione di servizi alternativi per offrire un’adeguata assistenza in luogo di quella offerta dal precedente presidio ospedaliero; allo stato, in provincia di Cosenza, sia il Centro HUB (Azienda Ospedaliera dell’Annunziata) che i tre Spoke (Castrovillari, Rossano-Corigliano, Paola-Cetraro), non solo non sono stati dotati di gran parte delle funzioni sanitarie previste dal Piano di Rientro, ma vengono quotidianamente depotenziati attraverso l’accorpamento di reparti, la riduzione di posti-letto e la soppressione di servizi sanitari per mancanza di personale medico e paramedico, Guccione e Aiello chiedono di sapere quali iniziative immediate ed urgenti Scopelliti intende adottare, anche nella sua veste di Commissario della Sanità calabrese, per affrontare e superare tutte le criticità finora riscontrate nella gestione del Piano di Rientro, a cominciare dalla mancata e non corretta applicazione del Decreto n° 18 che, ad oggi, per quanto riguarda la provincia di Cosenza, ci consegna una situazione fortemente penalizzante con chiari pericoli per la salvaguardia dei livelli essenziali di assistenza che, sommati al sottodimensionamento dell’ospedale HUB e dei Centri SPOKE e al mancato potenziamento dei servizi sanitari territoriali, potrebbero provocare una vera e propria implosione del sistema sanitario provinciale”.

“Tutto ciò –concludono Aiello e Guccione- anche per garantire pienamente il diritto alla salute ed il valore e la centralità del diritto alla cura di tutti i cittadini nelle politiche di risanamento e riorganizzazione del sistema sanitario regionale, che passa attraverso un equilibrio territoriale, una corretta applicazione delle norme e dei decreti commissariali ed un’impostazione oggettiva, totalmente scevra da qualsiasi tentazione clientelare e campanilistica”.