Why not. La Cassazione annulla sei proscioglimenti

Catanzaro Cronaca

La Corte di Cassazione, cosi' come richiesto dalla Procura di Catanzaro, ha annullato oggi sei proscioglimenti di altrettanti indagati coinvolti nell'inchiesta "Why not", rinviando gli atti nel capoluogo calabrese per una nuova decisione. L'indagine, avviata nel 2006 dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris e poi, dopo l'avocazione a quest'ultimo, affidata alla Procura generale di Catanzaro, riguardava un presunto comitato d'affari politico affaristico che avrebbe illecitamente gestito i soldi destinati allo sviluppo della Calabria. Il ricorso presentato lo scorso novembre dalla Procura generale di Catanzaro, nelle persone dei sostituti Eugenio Facciolla e Massimo Lia, ha riguardato il proscioglimento dall'accusa di associazione per delinquere mossa agli esponenti politici Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli e Dionisio Gallo, ed inoltre al coordinatore del consorzio Brutium di cui si parla nell'inchiesta, Giancarlo Franze', ed al dirigente della Regione Calabria Aldo Curto. Nel provvedimento di 15 pagine i rappresentanti della pubblica accusa hanno evidenziato una illogicita' nella decisione del giudice dell'udienza preliminare Abigail Mellace, che il 2 marzo 2010 aveva deciso di prosciogliere 17 persone, rinviandone a giudizio 27 (per le quali il processo e' in corso e riprendera' il 28 settembre). Gia' nell'immediatezza della pronuncia del gup, del resto, i sostituti pg avevano espresso le proprie perplessita' per il fatto che l'accusa di associazione a delinquere fosse venuta meno per tutti, dal momento che, dissero Lia e Facciolla, "il giudice, pronunciandosi per le condanne ed i rinvii a giudizio in merito alla maggior parte delle contestazioni di abuso d'ufficio che abbiamo mosso, ha confermato la illegalita' della gestione di molti progetti finanziati dalla Regione Calabria con un meccanismo che si ripeteva, e dunque che nel corso degli anni e' stata sperperata una gran quantita' di soldi pubblici". Nel ricorso la pubblica accusa ribadisce che sarebbe esistito un accordo stabile tra i pubblici ufficiali e gli imprenditori privati interessati ad aggiudicarsi i progetti regionali finanziati con i fondi pubblici, e cio' sulla base non solo delle dichiarazioni della principale teste d'accusa, Caterina Merante, ritenuta pienamente credibile dalla Procura, ma anche di alcune fonti di prova che non sarebbero state tenute debitamente in conto. Il Giudice supremo ha dato per il momento ragione alla Procura, ed ora si attende una nuova udienza preliminare per i sei imputati in questione prosciolti quel 2 marzo. Quello stesso giorno il gup si pronuncio' - con 8 condanne e 34 assoluzioni - sui giudizi abbreviati chiesti diversi imputati, 16 dei quali compariranno giorno 13 ottobre davanti alla Corte d'appello di Catanzaro, per il giudizio di secondo grado.

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