San Valentino, dalle orge pagane alla festa degli innamorati

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E' la festa degli innamorati San Valentino che ricorre ogni 14 di febbraio; nello stesso giorno in cui, per secoli, gli antichi romani celebravano una delle loro feste più sentite, i Lupercali.

Festa della fertilità, collegata probabilmente al mito della lupa che allattò Romolo e Remo e che si tingeva di forti connotazioni erotiche, spesso scivolando in veri e propri momenti orgiastici.

I luperci, sacerdoti del dio luperco che proteggeva le greggi, coperti solo di uno straccio di pelle ai fianchi, correvano alle pendici del Campidoglio percuotendo i passanti con brani di pelle degli animali sacrificati, e garantendo così loro la fertilità.
Le donne, in particolare, offrivano il ventre nudo ai colpi, per rimanere presto incinte. Il clima che si creava era spesso ad alto tasso di erotismo, tanto più che, secondo la tradizione, quel giorno le ragazze vergini potevano essere iniziate da qualunque pellegrino.

Festa della fertilità e del sesso, dunque, che resistette anche dopo l'avvento del cristianesimo: ancora nel 496, quando ormai da oltre un secolo e mezzo i riti pagani erano stati banditi, i Lupercali si celebravano a Roma. Proprio quell'anno papa Gelasio I decide di chiudere per sempre con una tradizione cosi' marcatamente pagana e dionisiaca, rimpiazzandola con una più "inoffensiva" ricorrenza dedicata a un santo martire, Valentino, decapitato nel 269.

LE ALTRE TEORIE

Una delle tesi sull'origine della festa e tra le più note è che San Valentino si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel Parlamento degli Uccelli associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d'Inghilterra e Anna di Boemia.
La più antica "valentina" di cui sia rimasta traccia risale al XV secolo, e fu scritta da Carlo d'Orleans, all'epoca detenuto nella Torre di Londra. L'uso di spedire "valentine" nel mondo anglosassone risale almeno al XIX secolo.

Già alla metà del secolo negli Stati Uniti alcuni imprenditori iniziarono a produrre biglietti di San Valentino su scala industriale. Fu proprio la produzione su vasta scala di biglietti d'auguri a dare impulso alla commercializzazione della ricorrenza e, al contempo, alla sua penetrazione nella cultura popolare. Il processo di commercializzazione continuò nella seconda metà del XX secolo, soprattutto a partire dagli Stati Uniti. Finché la tradizione dei biglietti amorosi iniziò a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori, o gioielli.