E’ morto Franco Bruno, il cordoglio del sindacato e dell’Ordine dei giornalisti calabresi

Reggio Calabria Attualità
Franco Bruno

Un grave lutto ha colpito il giornalismo calabrese. E’ morto il giornalista Franco Bruno, 58 anni, inviato della sede regionale Rai della Calabria. Un male incurabile l’ha strappato alla vita nel giro di qualche mese. Nato a Reggio Calabria il 25 ottobre 1952, ha cominciato a coltivare la sua passione per il giornalismo sin dai tempi del liceo, il “Campanella” di Reggio Calabria, nel 1967. Significativo il titolo del giornale scolastico: lo “Spione”. Laureatosi in Scienze Politiche all’Università di Messina, da giornalista-studente segue gli anni della Rivolta per “Reggio Capoluogo”. Nel 1972, grazie ad un giornalista-editore di eccezione, Giuseppe Reale, per lunghi anni deputato nazionale ed europeo, alla guida delle Edizioni “Parallelo 38”, pubblica con Gigi Malafarina “Buio a Reggio”. Iniziano da quell’esperienza le sue collaborazioni da Reggio con diversi quotidiani nazionali, tra cui “Il Messaggero” e “Il Giorno”. Nel 1974 la prima assunzione, al “Giornale di Calabria” diretto da Piero Ardenti, con caporedattore Paolo Guzzanti. L’8 novembre 1974 è giornalista professionista. L’anno dopo lascia la Calabria per approdare alla redazione di Pesaro del “Corriere Adriatico”, quindi alla redazione centrale di Ancona. Editore è Franco Sensi, direttore Dario Beni e caporedattore Tonino Carino. Nel 1975 il ritorno in riva allo Stretto, convocato da Franco Cipriani ed Enzo de Luca. In Piemonte, con Telebiella è appena nata la televisione privata; a Reggio Calabria muove, però, i primi passi “Video Fata Morgana”, emittente via cavo che, in breve assumerà la denominazione dell’attuale Telereggio. Assunto il 1° agosto 1976, vi rimane fino al 31 luglio 1977. Nella pausa scrive il suo secondo libro di storia regionale, “Calabria e Calabresi”, uscito nel 1978, e lascia nuovamente Reggio. Approda alla redazione dell’Espresso, a Roma, ma è solo una parentesi. Nasce la terza rete Rai è Franco Bruno torna definitivamente in Calabria per essere assunto, il 1° dicembre 1979, alla sede regionale di Cosenza. Conduce inchieste sul traffico dei rifiuti tossici, sulla tangentopoli e mafiopoli reggina. Numerose le interviste ai personaggi più importanti del mondo della politica, dello sport, dello spettacolo, della cronaca, della religione, dai cardinali Salvatore Pappalardo di Palermo e Carlo Maria Martini di Milano, ai presidenti della Repubblica Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi. Profondo cordoglio viene espresso dal segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, e dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che a nome di tutti i giornalisti calabresi si stringono attorno alla moglie, ai due figli, alla famiglia tutta ed ai colleghi della sede regionale calabrese della Rai in un silenzioso abbraccio.