Furto e riciclaggio auto rubate, arresti in Calabria e Piemonte

Reggio Calabria Cronaca

Le Squadre di polizia giudiziaria dei Compartimenti della Polizia Stradale di Torino e Catanzaro, nell'ambito di un' operazione coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Torino, hanno sgominato un'organizzazione criminale specializzata nel furto e nel riciclaggio di autovetture di piccola e media gamma. L'Operazione, avviata nel settembre 2010, e' stata chiamata in codice "Jimny". Il sodalizio, dopo aver trafugato i veicoli nell'hinterland torinese, si preoccupava di "ripulirli" corredandoli di nuove targhe e documenti di circolazione per poi "piazzarli" a prezzi concorrenziali sul mercato ufficiale in Piemonte ed in Calabria. Il Gip del Tribunale di Torino ha emesso otto ordinanze di custodia cautelare in carcere. Ne sono destinatari Salvatore Marino, di Torino, già detenuto per altra causa; Giacomo Minciardi, di Moncalieri (TO), Giuseppe Giustiniani di Nichelino (TO), Marco Calvo di Torino, Alfonso Fiorentini, pure di Torino, Michele Longo di Polistena (RC), Giuseppe Pronesti' di Polistena (RC), Francesco Tortora di Rosarno (RC). Devono rispondere, a vario titolo, di furto pluriaggravato, ricettazione e riciclaggio, falso, soppressione, distruzione o occultamento di targhe e carte di circolazione originali. I provvedimenti sono stati eseguiti stamane a Torino e provincia e nella Piana di Gioia Tauro (RC). Contestualmente agli arresti sono state eseguite 15 perquisizioni, che hanno consentito di rinvenire e sequestrare complessivamente: nove veicoli "taroccati"; svariate parti di autovetture di provenienza illecita, tra cui 20 motori; una consistente mole di materiale utilizzabile per il furto e riciclaggio di automezzi tra cui chiavi adulterine e numerosi altri arnesi atti allo scasso nonché centraline elettroniche per eludere gli antifurto; un esercizio abusivamente adibito ad officina meccanica, utilizzato per lo stoccaggio e l'alterazione dei mezzi rubati e per la modifica delle centraline elettroniche. Secondo quanto emerso dalle indagini, l'attività' delittuosa ruotava intorno a due figure principali di pluripregiudicati catanesi trapiantati a Torino, che si occupavano di individuare e trafugare gli autoveicoli sulla base delle ordinazioni che pervenivano dai vari committenti. Una volta asportato il veicolo, un esperto nel settore informatico si occupava del settaggio della centralina motore o comunque di compierne la rimappatura immettendo un nuovo "Key code" necessario per l'avviamento del veicolo con chiavi non originali, mentre altri complici si occupavano di sostituire i documenti di circolazione e trasferire il telaio e le targhe del veicolo genuino su quello provento di furto.