Milano. Campi di padel abusivi coi soldi di reati fiscali, scattano sequestro e domiciliari

Calabria Cronaca

Un imprenditore, Marco Molluso - 39enne nipote dei presunti boss della ‘ndrangheta Giosofatto e Francesco Molluso, originari di Platì, nel reggino, ma da anni residenti a Buccinasco, nel milanese - a cui si contestano l’emissione ed utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e l’autoriciclaggio, è stato sottoposto agli arresti domiciliari su ordine del Gip del tribunale del capoluogo lombardo, ed eseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia.

Le indagini che lo riguardano sono nate da degli accertamenti svolti su un altro soggetto calabrese, arrestato nel 2010 nel corso di un’altra nota inchiesta, l’operazione “Infinito” (QUI), e successivamente condannato in via definitiva in quanto ritenuto appartenente alla locale di ‘ndrangheta di Corsico.

Gli investigatori della Dia sono giunti a ritenere che una delle società riconducibili ai figli dell’imprenditore abbia partecipato alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700 mila euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale e assegnato in concessione ad una società dilettantistica milanese.

Gli impianti sono stati sequestrati, risultando tra l’altro edificati abusivamente e senza alcuna autorizzazione preventiva da parte degli uffici competenti.

Nel corso delle investigazioni sono stati raccolti degli indizi in base ai quali gli inquirenti ipotizzano che l’indagato, dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il Centro Sportivo di cui accennavamo, abbia finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti considerati illeciti, ottenuti cioè da numerosi reati fiscali, con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini.

In particolare, nel biennio 2020-2021, la società immobiliare di cui risulta titolare sarebbe stata al centro di una presunta frode fiscale da oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione dell’Iva.