Il papa “impedito”, Andrea Cionci svela a Cosenza il “Codice Ratzinger”

Cosenza Tempo Libero

Il “Codice Ratzinger”, edito da ByoBlu (340 pagg.), pubblicato il 25 maggio scorso, è un bestseller italiano secondo le classifiche di Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Mondadori e Rizzoli.

Il Libro, che riassume l’inchiesta condotta dal giornalista Andrea Cionci, comprovata dal Diritto Canonico e da numerosi pareri di insigni studiosi italiani e stranieri, sarà presentato a Cosenza sabato, 19 novembre alle 15.30, all’Italiana Hotels & Resorts.

L’indagine di Cionci, durata due anni, con oltre 200 articoli, svela la verità sulla “sede impedita” e illustra il raffinatissimo sistema comunicativo usato da Sua Santità Benedetto XVI, esiliato nel recinto di Pietro, scoperto dall’Autore: il codice Ratzinger mutuato dal modus comunicandi di Gesù con i Suoi accusatori.

La presentazione fa parte di un ciclo di conferenze organizzate in tutta Italia in modo spontaneo dai lettori.

LA SINTESI

Come dicevamo, è durata due anni l’inchiesta dello storico dell’arte e giornalista romano, condotta sulle pagine di Libero e Byoblu. “Ho cominciato a interessarmi della questione - commenta l’autore – dopo aver appreso che da otto anni papa Benedetto ripeteva: «Il papa è uno solo», senza mai spiegare quale. Ho capito che ci doveva essere qualcosa sotto, e di grosso”.

Le conclusioni dell’indagine, raccolta in “Codice Ratzinger” si possono riassumere in uno scenario dalla portata millenaria.

Papa Benedetto, costretto a togliersi di mezzo dai poteri globalisti e dalla fronda ecclesiastica modernista che sosteneva Bergoglio, nel 2013 non ha affatto abdicato, ma ha “messo alla prova” i suoi nemici con una candida, sincera dichiarazione (la famosa “Declaratio”) in cui, rinunciando all’esercizio del potere, si ritirava in Sede impedita, uno status canonico parallelo alla sede vacante, ma nel quale il papa è prigioniero e impossibilitato a comunicare liberamente.

Così, egli è rimasto il papa a tutti gli effetti, benché contemplativo e privato della facoltà di governare, e i suoi nemici, accontentandosi del primo atto che parlasse di “rinuncia”, si sono scismati e annullati da soli convocando un conclave nullo a papa né morto, né abdicatario.

Si svela così il mistero del doppio papato: “una sorta di ministero allargato” fra due papi, sì, ma uno legittimo-contemplativo (Benedetto XVI) e l’altro illegittimo-attivo (Bergoglio).

Per distinguersi dall’antipapa, Benedetto è, dunque, l’”emerito”, non “il papa in pensione” (giuridicamente impossibile e, infatti, inesistente), ma “colui che merita”, che “ha diritto” di essere papa, dal verbo latino emereo.

Chi lo dice? Intanto, una ventina di specialisti, teologi, canonisti, giuristi e latinisti che hanno tradotto correttamente la Declaratio dal latino, dove il verbo vacet non sta per “sede vacante”, bensì per “sede vuota”; ma soprattutto è lo stesso papa Benedetto che lo spiega con un linguaggio estremamente preciso, ma sottilmente logico, dovuto al fatto che, essendo giuridicamente in prigionia, non può parlare liberamente.

E’ quello che Cionci ha chiamato “Codice Ratzinger”, uno stile comunicativo che ricalca in modo totale quello di Gesù coi suoi nemici ed è destinato a chi “ha orecchie per intendere”.

Proprio in questi ultimi giorni, papa Benedetto, per bocca di Mons. Gaenswein, ha dichiarato che “la risposta, per chi non crede”, è nel libro di Geremia dove si legge, giustappunto: “Io sono impedito”.