Poco personale, agenti in ansia. Situazione critica nel carcere di Crotone: scatta lo stato di agitazione

Crotone Cronaca

“Stato di agitazione sine die”: lo annunciano le Sigle che rappresentano gli agenti del comparto penitenziario, ovvero il Sappe, l’Osapp, l’Uspp, la Fns-Cisl, la Uilpa, la Fp Cgil e il Cnpp.

I sindacati, preso atto che l’Amministrazione Penitenziaria non ha dato riscontro alle problematiche segnalate in più occasioni (QUI), hanno così deciso di indire già da oggi, giovedì 10 novembre, un primo atto di protesta definito “forte” e consentito dalla legge, ovvero l’astensione del personale di polizia in servizio nella casa circondariale di Crotone dalla fruizione della mensa di servizio.

Le Sigle ribadiscono le difficoltà degli agenti in che operano nel carcere pitagorico: 41 agenti che devono occuparsi della gestione di quasi 140 detenuti ospiti della struttura.

“Come se non bastasse, ad acutizzare ulteriormente le note criticità - affermano i sindacati - si è reso necessario impiegare ulteriori nove unità, giornalmente, in turni di piantonamento in luogo esterno di cura e in servizi di ‘sorveglianza a vista’ … all’interno di una delle sezioni detentive”.

Viene fatto presene ancora che è da anni che si attende, “invano”, che venga integrato il numero del personale in servizio nella Casa Circondariale cittadina, “con l’auspicio che si possa arrivare al numero previsto dal PCD del 29 novembre 2017 che prevede un Organico di 85 unità (numero quest’ultimo che oggettivamente risulta essere già sottostimato in relazione alle reali esigenze dell’Istituto”.

Una carenza significativa di personale che comporterebbe, a detta delle Sigle, una costante emergenza costringendo gli agenti a gravi sacrifici personali, rinunciando ai diritti soggettivi previsti ex lege e perfino trascurando i propri impegni familiari.

“Si può serenamente parlare di ‘miracolo operativo’, non più sostenibile. Tra l’altro - affermano ancora i sindacati - una volta terminato il proprio turno di lavoro i poliziotti, spesso, vengono richiamati in servizio dopo aver svolto il turno ordinario, superando abbondantemente l’orario regolare”.

Per le Ooss si avvertirebbe dunque un senso d’impotenza” conseguente alla consapevolezza “di non essere in grado di adempiere, in modo sufficiente ed accettabile, alle copiose disposizioni interne che quotidianamente vengono emanate, in un continuum di problematicità che non trovano soluzione”.

Una condizione di stress che avrebbe causato finanche uno stato ansioso nel personale in servizio. Da qui le organizzazioni sindacali, in attesa che vengano assunte soluzioni che possano arginare le criticità rappresentate, non escludono che possano intraprendersi altre tipologia di protesta, ovviamente sempre nel rispetto di quanto stabilito dalla Legge.