Finti medici rilasciavano certificati sportivi: denunciati, c’è anche un assessore

Reggio Calabria Cronaca

Si sarebbero spacciati per medici effettuando visite per il rilascio dei certificati di idoneità all’attività sportiva, il tutto con la presunta complicità di un’altra persona, all’epoca dei fatti responsabile di una scuola calcio di Polistena ed oggi assessore allo sport di quel Comune, Domenico Sorace, che si ritiene si adoperasse per procacciare clienti ai finti professionisti.

È quanto contesta la Procura di Palmi a tre persone - l’assessore di cui accennavamo e due pregiudicati di origini campane - oggi denunciate per truffa, falsità materiale in atto pubblico commesse dal privato, contraffazione di marchi ed esercizio abusivo della professione sanitaria.

Il tutto sarebbe avvenuto a nella Piana di Gioia Tauro, tra febbraio e marzo dell’anno scorso. Le indagini, eseguite dai i carabinieri di San Giorgio Morgeto, fanno ipotizzare che siano almeno 160 i certificati falsi realizzati dai presunti truffatori che, solitamente, avrebbero intascato 25 euro ogni visita.

Per non destare alcun sospetto, poi, avevano anche falsificato il logo della Fsmi, la Federazione Medico Sportiva Italiana, usandolo per timbrare le carte che consegnavano agli atleti, ignari dell’inganno.

A tradire i tre indagati sono state alcune irregolarità riscontrate dai carabinieri nel corso di un controllo anti-covid19. Passando dal campo di calcio del paese, i militari avevano infatti notato uno strano assembramento di ragazzi in attesa di essere ricevuti a visita.

Per verificare che si rispettassero le prescrizioni contro il coronavirus, i carabinieri erano quindi entrati negli spogliatoi e, dopo aver controllato che tutti fossero a debita distanza l’uno dall’altro e che indossassero le mascherino, procedettero ad identificare gli operatori sanitari che in quel stavano rilevando il ritmo cardiaco ad un giovane atleta.

Rientrati in caserma, i militari effettuarono così degli accertamenti più approfonditi sui “sanitari” identificati, scoprendo che i due campani, un allenatore sportivo ed un impiegato dell’Usl Napoli, non fossero affatto abilitati ad effettuare visite medico-sportive.

L’ipotesi d’accusa è stata sposata dalla Procura di Palmi, che nei confronti dei tre ha un avviso di conclusione delle indagini preliminari.