Morano. Rifiuti, Comune vuole l’ecodistretto. MLab: “una oscenità politica, cittadini traditi”

Cosenza Infrastrutture

Il Comune di Morano Calabro ha annunciato la volontà di realizzare nell’area adiacente al Parco Nazionale, un impianto per il trattamento di rifiuti, umido escluso, al servizio dei 150 Comuni dell’intera provincia di Cosenza.

I rappresentati politici del comprensorio presenti, due di Fratelli d’Italia, il capogruppo di Insieme per Morano ed il rappresentante di Forza Italia, si sono dichiarati favorevoli all’idea.

Il capogruppo di Morano Democratica ha proposto un referendum popolare preliminare, subito bocciato dal sindaco e dagli amministratori presenti, mentre, il Partito Democratico ha richiesto gli elaborati progettuali, denunciando la carenza di informazioni, per discuterne, anche all’interno del proprio circolo.

I Consiglieri Comunali di MoranoLab, Giannatale Tramaglino e Domenico Lombardi, insieme all’attivista del Movimento 5 stelle presente alla conferenza, hanno espresso invece contrarietà all’idea palesando le proprie preoccupazioni per quella che hanno definito addirittura come una “ennesima oscenità politica”.

“Abbiamo anche ribadito - precisano i consiglieri - che difenderemo sempre e comunque la Delibera di Consiglio approvata il 02 ottobre 2019, che sancisce: l’indisponibilità di realizzare eventuali impianti, discariche provinciali e/o regionali e lo stoccaggio dei rifiuti sul territorio comunale, ad esclusione delle sole isole ecologiche comunali”.

“Di fatto – proseguono - Morano è ancora una volta sotto attacco! La volontà, così chiaramente e fortemente espressa a suo tempo dai Moranesi, contro l’aggressione al nostro territorio, alla nostra economia e alla nostra salute, è stata tradita!”

Da qui l’annuncio di una mobilitazione popolare: “Usando ogni mezzo democratico e civile, per respingere, ancora una volta, questa ignobile aggressione e riaffermare, oggi come tre anni fa, una scelta che difenda diritti e interessi veri dei Moranesi e non di chi vuole fare di Morano Calabro una discarica a cielo aperto”, concludono Tramaglino e Lombardi.