Scilla. Consegnato il Premio Zagari alla medicina: focus sulla terapia genica

Reggio Calabria Salute

Nella splendida cornice della terrazza del Castello Ruffo di Scilla si è svolta venerdì sera la cerimonia di consegna del Premio per la medicina intitolato al Prof. Giuseppe Zagari (QUI), kermesse a cura dell’Associazione Culturale “Costa Viola” e giunta quest’anno alla sua nona edizione.

È stato Giuseppe Zampogna a relazionare sulla figura di Zagari, medico e scienziato, ricordandone le scoperte scientifiche e gli insegnamenti nelle università di Berlino, Perugia, Sassari, Modena, Napoli.

Il Prof. Francesco Saverio Ambesi Impiombato, nella sua prolusione su “La Terapia genica Ieri, Oggi, Domani”, ha poi introdotto le potenzialità della terapia genica, evidenziando ancora una volta il rischio bioetico: si potrà vivere duecento anni? Si sceglierà di far nascere bambini alti, belli, biondi e intelligenti? Si potranno guarire tutte le malattie? Quale ruolo avrà l’industria Farmaceutica? Chi potrà pagarsi queste cure?

Da qui si pone quindi il problema di biopolitica, cioè quali scelte assumere in questa prospettiva sulla ricerca sulla terapia genica in cui l’Italia è in posizione di assoluto rilievo a livello mondiale.

Il rischio è che poiché nessuna università o ente statale avrà a disposizione le enormi risorse economiche necessarie a queste ricerche, l’industria farmaceutica sviluppi solo quando assicurerà profitto: da qui l’urgenza di aprire un dibattito facendo giungere ai decisori politici le giuste informazioni.

“Noi cercheremo di essere di aiuto per tenere vivo il dibattito sulla biopolitica - conferma il presidente dell'Associazione Costa Viola Pino Palermo - ogni anno con il coinvolgimento di questi stakeholder della sanità e del mondo scientifico che noi premiamo, insieme ai cittadini del territorio cerchiamo il coinvolgimento strategico, cittadini, operatori, decisori per far rimanere un sistema sanitario universale, evitare la disparità nord-sud sulle cure mediche cercando di non far allargare questa forbice su chi si può permettere una sanità di serie A e chi no”.