Tradizioni popolari. A Vaccarizzo la sfida dei costumi arbereshe

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Rituali del matrimonio nella società tradizionale arbëreshe. È, questo, il tema al quale le comunità dell’Arberia dovranno ispirarsi per partecipare al concorso promosso dall’Amministrazione Comunale di Vaccarizzo Albanese, nell’ambito della 38esima edizione della Rassegna del costume Arbereshe in programma per sabato 13 agosto, nel salotto diffuso di Vakarici. È quanto fa sapere il sindaco Antonio Pomillo invitando il territorio a partecipare a questo importante momento di valorizzazione dell’identità italo-albanese e celebrazione di uno dei suoi più simboli più efficaci, veicolo di promozione culturale.

Con la direzione di Italo Elmo che presiederà anche la giuria che sceglierà tra i partecipanti il vincitore, l’evento sarà ospitato dalle ore 21:15 in Piazza Scura. Dalla preparazione del dolci nuziali ai doni e cibi nel rito nuziale arbëresh come il cesto con il grano, le uova e la gallina, simboli di buon augurio; dal rito del trasporto del corredo nuziale nella nuova casa e la preparazione del letto matrimoniale al rituale dell’acconciatura dei capelli con le amiche della sposa, che devono aiutarla a pettinarsi secondo la tradizione locale; passando dal rituale della vestizione della sposa (dalla camicia lunga, linja, fino alla posa del velo nuziale che copre il viso), alla benedizione degli sposi, il rito dell'incoronazione e lo scambio delle corone in fior d'arancio, il calice comune e la processione attorno all'altare, fino alla “rottura" della torta nuziale da parte degli sposi. Sono 8 le scene che potranno essere riproposte per raccontare momenti e tappe fondamentali della settimana della sposa, facendo attenzione a salvaguardare ed utilizzare gli elementi ed i reperti culturali originali.

Il regolamento prevede che ogni comunità arbëreshe possa svolgere solo una scena di quelle elencate. La durata massima consentita per scena è di 10 minuti. Una scena può essere composta da un minimo di 5, fino ad un massimo di 15 componenti. L'abbigliamento tradizionale, l'acconciatura, i complementi del vestiario, la simbologia delle decorazioni, i colori e gli ornamenti d'oro (aret), devono rispecchiare gli elementi originali della comunità di appartenenza. Non sono consentiti abiti riprodotti, acconciature inappropriate e capelli sciolti; gli ornamenti d'oro, che accompagnano il vestiario tradizionale devono rispecchiare i simboli della memoria della propria comunità.

Le amiche o parenti della sposa in scena, non maritate, non possono indossare il diadema nuziale (keza), la placca a ricami d'oro posta sopra il ventre (pandera) e il velo, simboli coniugali. La sposa deve abbigliarsi con il costume nuziale della comunità di appartenenza, corredato in tutti i suoi elementi. Le amiche e parenti della sposa possono indossare l'abito di gala o altre tipologie di abiti tradizionali, secondo l'uso locale, in occasione delle nozze. Le donne maritate in scena, possono indossare l'abito nuziale tradizionale. Per partecipare sarà necessario inoltrare una Pec al sindaco.