Energia, il Governo punta all’austerity: pronto piano d’emergenza, c’è pure il coprifuoco

Calabria Infrastrutture

Per il momento è solo un piano su carta, da applicare in caso di necessità estrema, ossia nel momento in cui dovesse arrivare uno stop totale alle forniture di gas russo.

Ma il piano c’è ed è stato confermato dal Governo Draghi, in linea con quanto disposto nelle scorse settimane dall’Unione Europea. È un piano di “austerity energetica”, o, detto più semplice, di razionamento dei consumi.

Le forniture di gas continuano ad essere ridotte settimana dopo settimana, ed al netto degli sforzi per rifornire i grandi serbatoi nazionali sembra sempre più inverosimile la prospettiva di un’autonomia per l’inverno. Nonostante i tentativi di siglare nuovi accordi con altri Paesi, le quantità di gas importabili appaiono come cure palliative, incapaci di sostenere il consumo reale dei vari paesi dell’Unione. Da qui, la decisione di preventivare uno stato di contingentamento.

Ma cosa prevede il piano approvato dal Governo italiano, e che riguarderà l’intero paese, Calabria compresa? Alcuni dettagli del documento, trapelati nella giornata di ieri sulla stampa nazionale, permettono di farsi un’idea di come potrebbe essere il prossimo inverno.

TORNA IL COPRIFUOCO

Il dettaglio che balza subito all’occhio è la ricomparsa di una parola alla quale ci eravamo abituati durante la pandemia: coprifuoco. Questa volta però non si parla di lockdown generali (che non dovrebbero verificarsi neppure a causa delle nuove ondate di coronavirus) bensì di chiusure mirate, che riguarderanno negozi, attività pubbliche e commerciali e l’industria.

Nello specifico, il Governo ha ipotizzato la chiusura anticipata per uffici pubblici (tra le 17:00 e le 18:00), assieme a quella dei negozi (alle 19:00) e delle attività di ristorazione (alle 23:00). Un modo per risparmiare sui consumi elettrici e di gas, che paventa anche l’interruzione per imprese, industrie e fabbriche definite “interrompibili”, ossia produttori di beni non essenziali.

Al netto di queste limitazioni, è previsto un incremento delle estrazioni di gas naturale dalle piattaforme – sia su terra che in mare – nonché un aumento dell’utilizzo di energia prodotta dal carbone, nel tentativo di bilanciare il consumo nazionale.

OCCHIO AI CONSUMI

Alcune misure riguarderanno direttamente i privati, e dunque i consumi domestici delle famiglie. Il piano nazionale infatti prevede una riduzione di 2° sul riscaldamento tramite termosifoni, mentre l’aria condizionata – a quanto si legge – non potrà essere superiore ai 19° gradi in inverno ed inferiore ai 27° in estate. In tal caso non si tratta di limitazioni imposte, bensì di consigli e linee guida per limitare i consumi eccessivi.

Tali limitazioni varranno anche per gli esercizi commerciali e per gli uffici pubblici: per questi ultimi è già scattata una prima fase dell’austerity, in vigore fino al 30 aprile del 2023. Previsto, inoltre, il “coprifuoco sull’illumazione” e dunque il divieto di tenere accese troppe luci per troppo tempo, magari per tutte la notte.

LAMPIONI, TAGLIO DEL 40%

Sempre nell’ottica di risparmiare corrente elettrica è previsto, in caso di estrema gravità, il taglio del 40% sull’illuminazione pubblica. Ciò vorrà dire che per ogni lampione acceso ve ne saranno due spenti, come già avvenne negli anni ‘70. Previsto inoltre un taglio all’illuminazione anche negli edifici pubblici e nei musei, con conseguente riduzione dei consumi elettrici.

A queste misure minori, si aggiungerebbe poi lo stop alle industrie “energivore” come cementifici, acciarie, vetrerie e via dicendo: attività che, da sole, consumano tanta corrente quanto una città da decine di migliaia di abitanti.

ARRIVEREMO A TANTO?

Per il momento, come già scritto, tale piano sarà applicato solo nel momento in cui dalla Russia arriverà un niet definitivo all’export di gas verso l’Europa. Lo scenario appariva come improbabile ad inizio anno, ma con il conflitto ancora in corso non sembrano esserci spiragli di una pace a breve termine. Motivo per il quale l’Unione Europea ha deciso di muoversi preventivamente e varare delle misure condivise per ridurre i consumi.

Ciò vuol dire che lo scenario non è poi così improbabile, anche perché Gazprom continua a fornire gas ad intermittenza, con stop “improvvisi” che durano anche per settimane. L’ultimo è arrivato proprio questa mattina, e prevede un’ulteriore riduzione delle forniture di un terzo. Il tutto, mentre l’Italia è arrivata ad uno stoccaggio strategico del 64%, e che procede molto a rilento.