Sciopero Tim, Ranieri (Slc Cgil): “Fortemente preoccupato per il futuro del settore”

Catanzaro Attualità

“Sono fortemente preoccupato per quelli che saranno gli inevitabili scenari futuri che dovranno essere affrontati se il governo non interverrà per far desistere il management di Tim in quella che rischia di essere una vera e propria mattanza sul piano occupazionale”. Lo afferma in una nota il segretario regionale della Slc Cgil Calabria, Saverio Ranieri, in vista dello sciopero del prossimo 21 giugno, indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, quando i lavoratori del gruppo Tim scenderanno in piazza per esprimere il loro profondo malcontento e ribadire il proprio no “al deprecabile spezzatino che si sta facendo della più grande azienda di telecomunicazione italiana”.

“Incertezze societarie, piano industriale di alienazione della rete Tim, difesa dei perimetri occupazionali, rilancio strategico ed industriale dell'azienda. Sono queste - afferma Ranieri - le motivazioni che hanno portato alla proclamazione dello sciopero che si articolerà con una grande manifestazione a Roma, in piazza della Bocca della Verità, e in una serie di presidi regionali ai quali sono invitati a partecipare tutti i lavoratori del gruppo. In Calabria si è scelto di presenziare davanti alla sede di Tim situata in località San Cono, nel quartiere Siano di Catanzaro".

"Nelle giornate del 17 e del 20 giugno, inoltre, - aggiunge il segretario - incontreremo nelle assemblee i lavoratori di Tim: occorre dare un segnale forte da parte di tutti. In ballo non c’è solo il futuro dei 42.000 lavoratori di Tim ma fortemente a rischio è il destino di tutti gli addetti delle società che operano negli appalti di settore (6.000 solo in Calabria). Il silenzio assordante di questo governo, rimasto finora inerte rispetto ai numerosi appelli dei sindacati confederali - conclude Saverio Ranieri - ci indigna, ma non ci farà desistere dal portare avanti le nostre rivendicazioni che coincidono non solo con quelle dei lavoratori che abbiamo l'onore e onere di rappresentare, ma che rispecchiano quello che è il diritto di questo paese di continuare ad avere un campione nazionale nel mondo delle telecomunicazioni, l'unico che possa realmente garantire quella transizione ad una vera digitalizzazione di una nazione che viaggia ancora a diverse velocità afflitta com'è, da troppo tempo, da un digital divide divenuto ormai insostenibile”.