Caporalato, revoca dei domiciliari per imprenditore di Crosia

Cosenza Cronaca

Dopo il blitz condotto contro il caporalato della piana di Sibari, in particolare tra il territorio di Rossano-Mirto fino a Strongoli, che ha portato ad indagare 16 persone (QUI), il Gip che ha emesso la misura, Simone Falerno, del Tribunale di Castrovillari, e il Pm della Procura locale che l’ha richiesta, Veronica Rizzaro, sono iniziati gli interrogatori di garanzia.

Molti indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Esito positivo ha avuto l’interrogatorio del noto imprenditore di Crosia Pasquale Vulcano, difeso di fiducia dagli avvocati Roberto Laghi e Caterina Vulcano.

Vulcano ha risposto ai magistrati dando ampi chiarimenti sulla sua posizione e quella dell’azienda agricola di cui è amministratore, la Zagara di Terranova da Sibari.

I suoi legali hanno depositato un’ampia e articolata memoria difensiva, corroborata da una serie di documenti dai quali si evince, secondo i difensori, “l’ottima condotta morale mantenuta” dall’imprenditore che non ha mai avuto carichi penali pendenti.

Gli avvocati hanno scandagliato, con produzione documentale, tutti gli aspetti dell’attività di Vulcano evidenziandone la sua “profonda laboriosità, il forte senso morale e la rigorosa legalità”.

Il Gip Falerno ha provveduto tempestivamente alla revoca degli arresti domiciliari, che avrebbero presupposto una situazione di pericolosità, riducendolo in un mero obbligo di firma tre volte la settimana, misura che ha rimesso in piena libertà l’imprenditore.

“Ovviamente – hanno dichiarati soddisfatti gli avvocati Laghi e Vulcano - continueremo la nostra attività difensiva, al fine di dimostrare in modo radicale non solo che il Pasquale Vulcano è un galantuomo che per tutta la vita ha posto in essere una condotta moralmente ineccepibile, quanto un imprenditore di successo che con grossi sacrifici è riuscito a creare imprenditoria e posti di lavoro”.

“La documentazione da noi prodotta – hanno aggiunto - parla chiaro e mai il Vulcano ha utilizzato manodopera da sfruttare, né da sottopagare; avendo nelle sue aziende molti dipendenti e nel corso negli anni mai chicchessia ha lamentato una violazione sulle normative contrattuali di lavoro; mai un protesto, mai un un’esecuzione, mai un ricorso fallimentare, mai interventi pregiudizievoli delle forze dell’ordine e di controllo amministrativo. Siamo estremamente soddisfatti, dell’equilibrio della Magistratura di Castrovillari e siamo certi che a breve ogni ulteriore aspetto sarà definitivamente chiarito.”

Nel blitz in cinque sono finiti in carcere (Pino Pugliese, Olteanu Acorinanato in Romani, Pasquale Pometti, Luigi Romano e Metodiev Slaveo Ivanov) e quattro ai domiciliari (Pasquale Antonio Vulcano, Giuseppe Laratta, Gennaro Buffone e Gaetano De Tursi).