Presunte molestie a scuola, Bruno Bossio (Pd): “Stato al fianco di chi denuncia”

Cosenza Attualità

Aspettiamo che ministero, ispettori, Ufficio scolastico e autorità giudiziarie facciano il loro lavoro”. Sono le parole della deputata del Partito democratico Enza Bruno Bossio che ha presentato un’interpellanza urgente (QUI) per chiedere al Ministero di fare luce sulla vicenda relativa alle presunte molestie sessuali in un liceo a Castrolibero (LEGGI).

"Il coraggio dimostrato dalle ragazze e dai ragazzi di Castrolibero, nel denunciare con forza le violenze e gli abusi che si sarebbero consumati all'interno del loro liceo, ha non solo il merito di aver squarciato un pericoloso velo di silenzi ma anche quello di aver provocato una reazione di credibilità e di reale impegno da parte delle istituzioni".

Bruno Bossio aggiunge poi che "il dibattito alla Camera ha preso il via dopo la presentazione dell'interpellanza di tutte le deputate Pd sul caso Castrolibero” e ha “mostrato il volto di uno Stato che vuole proteggere i suoi giovani, che incoraggia chi denuncia crimini odiosi come le molestie sessuali e si schiera dalla parte del rispetto e dei diritti. In questa direzione - prosegue la deputata dem - sono andati gli interventi di Laura Boldrini e Cecilia D'Elia che a nome di tutte noi hanno riconosciuto il valore "rivoluzionario" della protesta di questi giovani verso un nuovo approccio alle politiche di genere, una vera avanguardia rispetto a un'ancora diffusa cultura della diffidenza verso le donne che denunciano abusi".

BOLDRINI: “NUOVO ME TOO”

Al liceo Valentini-Majorana di Castrolibero per l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, si sarebbe sentito l’eco del movimento me too che, diffusosi in America, ha messo al centro delle contestazioni le molestie sessuali del produttore cinematografico Harvey Weinstein e le denunce di numerose attrici.

Per Boldrini dunque a Castrolibero sarebbe nata una costola del movimento visto che nella cittadina del Cosentino “qualcuno sta squarciando” il silenzio. Le ragazze e i ragazzi “hanno avviato una protesta fino a decidere l’occupazione pacifica dell’istituto. E lo fanno contro le ripetute molestie sessuali ai danni di alcune studentesse che hanno deciso di non tacere più. Di uscire dal silenzio, di denunciare”.

Afferma poi che è necessario “essere grati e grate per il coraggio di queste ragazze e alla solidarietà dei loro compagni maschi”. “Quando si sono rivolte alle autorità scolastiche ed hanno iniziato a raccontare quelle storie vergognose non sono state credute”. La comunità ha mostrato “il dubbio” che spesso si annida “nelle aule giudiziarie” quando le donne denunciano soprusi.

Le ragazze, che per Boldrini “avrebbero avuto necessità di essere accompagnate in questo difficile e doloroso percorso di verità, le sono state invece voltate le spalle, lasciandole sole”. Poi il riferimento all’interrogazione. Ma le deputate chiedono di più, cioè di “assumere iniziative concrete affinché nelle scuole fin dai primi anni si educhi al rispetto di genere, si educhi al rifiuto di ogni forma di prevaricazione. La violenza non è amore. Questo va spiegato ai nostri bambini e alle nostre bambine in tenera età nelle scuole. Non c’è altra strada se non quella culturale per abbattere i muri del silenzio”.

SASSO: “SE FOSSE VERO QUALCUNO VERRÀ CACCIATO

Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso ha risposto all’interrogazione e ha espresso preoccupazione come “sottosegretario, insegnante ed educatore – ha detto ad inizio di risposta – come papà di due ragazze che vanno a scuola le preoccupazioni. Condivido la delicatezza e l’estrema gravità della vicenda per il coinvolgimento dei nostri studenti. Fatti che potrebbero determinare forti ripercussioni e i danni psicologici gravi”.

L’azione disciplinare dovrà rivolgersi non soltanto nei confronti degli eventuali autori dei fatti denunciati che stiamo verificando, ma anche di quanti pur consapevoli di quanto accadeva non ne hanno impedito la loro prosecuzione”.

Ha assicurato che da parte del Ministero non c’è stata “sottovalutazione della vicenda rispetto alla quale c’è il massimo interesse a fare chiarezza ed esercitare, laddove se ne ravvisassero le condizioni, il più appropriato potere sanzionatorio e disciplinare”.

Ha fatto un excursus sulle iniziative svolte dal ministero: “Non appena si è diffusa la notizia dei gravi episodi denunciati il competente ufficio scolastico territoriale ha inviato immediatamente un proprio ispettore presso l’Istituto ed ha preso contatti con la Procura della Repubblica. Ma in ragione della rilevanza e della gravità dei fatti che si sospetta siano avvenuti, il dipartimento competente – d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale – ha inviato due ispettori della amministrazione centrale. Questo per evitare qualsiasi condizionamento locale che depotenzi l’ispezione”.

“La dirigente scolastica dell’Istituto ha inviato una sua relazione la cui completezza è parte integrate dell’ispezione che si sta svolgendo proprio ora, in questi giorni e che verte principalmente sull’ascolto degli studenti dell’Istituto”. E l’ispezione, ha spiegato Sasso è “finalizzata all’individuazione di fatti da porre ad uno o più procedimenti disciplinari tesi a individuare responsabilità e a erogare sanzioni adeguate alla gravità dei fatti che saranno appurati”.

D’ELIA: “IMPORTANTE DENUNCIARE”

La deputata Cecilia d’Elia, tra le firmatarie dell’interpellanza, ha poi replicato a Sasso e ha affermato l’importanza dell’invio degli ispettori, e sul concetto di violenza di genere. La donna che denuncia per D’Elia “va ascoltata sul serio”. E ha ribadito che “è importante anche a distanza di tempo denunciare, anche per liberarsi di quel senso di colpa che sentiamo come donne”.

D’Elia si è poi riagganciata alla vicenda di Castrolibero, affermando che i ragazzi hanno avviato un piccolo me too “in molte hanno denunciato dopo l’apertura della pagina Istagram”.

Il caso di Castrolibero per d’Elia deve quindi “essere un monito per prevenire il ripetersi di quanto successo. I ragazzi sembrano pronti, la scuola deve essere pronta a questi mutamenti”.