Disabilità, Amalia Bruni: “La politica non può sottrarsi alle sue responsabilità”

Calabria Salute
Amalia Bruni

“Non è più possibile che chi ha disabilità o non è autosufficiente venga trattato solo come persona da assistere, come soggetto esclusivamente passivo. Bisogna considerarlo, invece, come risorsa e col pieno diritto alla partecipazione sociale a partire dal tema del lavoro e dell’abbattimento delle barriere architettoniche, insomma con una piena inclusione”. Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale torna a parlare di un tema a lei caro, la cura e la tutela delle persone fragili.

“Il caso di Giovanni Cupidi, giovane e brillante statistico tetraplegico deve farci riflettere. Nel 2019 ha dovuto fare ricorso al Tar contro il suo comune perché non aveva ottemperato al suo diritto di assistenza h 24 come sancito nel piano personale di assistenza integrato. E, vergognosamente, durante il procedimento non gli è stata più riconosciuta alcun tipo di assistenza. Totalmente e colpevolmente abbandonato dall’ente locale per cui ha dovuto provvedere alle sue necessità con le risorse persnali. Dopo questa battaglia condotta con la solita intelligenza, tenacia e coraggio i giudici, l’11 settembre del 2021 hanno condannato il Comune per condotta inadempiente e discriminatoria. E anche se fino a oggi nessuno ha ancora contattato Giovanni si tratta di un risultato importante.”

“Speriamo sia di esempio – aggiunge Amalia Bruni- a tutte quelle amministrazioni locali che fuggono dalle loro responsabilità. La pandemia ha aggravato enormemente questa condizione di abbandono dove anche l'aiuto degli amici e dei parenti si è ridotto clamorosamente e drasticamente per le vicende legate all’emergenza del Coronavirus.

In Italia abbiamo buone leggi, come la 328/2000 che i comuni devono applicare ma sono proprio quelle leggi che gli enti locali e la politica disattendono. Le amministrazioni non le applicano fino in fondo e probabilmente – conclude - neanche in minima parte, la politica perché non mette mai a disposizione tutte le risorse economiche, e soprattutto perché manca la volontà per far sì che le persone fragili come Giovanni Cupidi non restino sole e abbandonate. Dobbiamo assolutamente invertire la rotta”.