Impianti eolici off-shore, Barbuto (M5S): “Attentato contro il territorio”

Crotone Politica
Elisabetta Barbuto

"Forse un sussulto delle coscienze di tutti sarebbe opportuno. In particolare delle istituzioni locali che, avallando queste iniziative, sancirebbero definitivamente la morte di ogni velleità turistica del territorio". È quanto ritiene la deputata Elisabetta Barbuto, che ha presentato apposita interpellanza al ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, per discutere della situazione ambientale a Crotone.

"Nell’interpellanza ricordo tutte le iniziative che nel corso degli ultimi anni hanno interessato il territorio crotonese, dalla tematica dei rifiuti al paventato rigassificatore, ma , in particolare nel frangente, mi soffermo sui progetti degli impianti eolici offshore" afferma la pentastellata, che "oltre a costituire un attentato alla salute del nostro mare e alla bellezza delle nostre coste, mal si conciliano con quanto stabilito dalla Risoluzione del Parlamento Europeo sull'impatto provocato sul settore della pesca e avverso i quali hanno già palesato la loro contrarietà le amministrazioni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro e la Commissione Straordinaria di Simeri Crichi, analogamente a quanto annunciato dalle commissioni Ambiente e Territorio del comune di Catanzaro".

"Non è possibile celarsi, infatti, dietro lo scudo della transizione ecologica per continuare a giustificare ripetuti attentati ad un territorio che ha già pagato troppo, in termini di inquinamento ambientale e paesaggistico, ma anche di salute, anche a causa dello smisurato numero di impianti eolici già funzionanti sulla terraferma che vedono la Provincia di Crotone ai primi posti in Europa per numero di pale in esercizio e per la realizzazione dei quali vi sono state numerose indagini da parte della Procura Distrettuale Antimafia a causa dell’interessamento della ‘ndrangheta" denuncia ancora la Barbuto. "Il tutto come se non bastassero già i giacimenti di metano che, da decenni, Eni sfrutta davanti alla costa crotonese, con la presenza di quattro piattaforme e un centinaio di bocche di pozzo e con irrilevanti ricadute economiche per i residenti, ma che, al contrario, limitano fortemente l’attività delle imprese di pesca e turistiche, che rischiano inevitabilmente di essere compromesse in misura maggiore a causa della realizzazione dei citati impianti eolici offshore, altamente impattanti sull’ecosistema e il paesaggio".