Molestie a un’intera famiglia: ex carabiniere finisce ai domiciliari

Cosenza Cronaca

Molestie ad un ex agente della Polizia Penitenziaria e alla sua famiglia: finisce ai domiciliari un ex carabiniere residente nell’area urbana di Rossano.

Il provvedimento è stato emesso nella giornata di ieri, 20 ottobre, dal Tribunale di Castrovillari, a seguito dell’ultima querela sporta dalle persone offese difese di fiducia dall’avvocato Raffaele Meles.

I FATTI

Tutto ha inizio nel 2018 quando, per come denunciato dai presunti molestati, l'ex militare, loro vicino di casa, si sarebbe reso autore di minacce, appostamenti, pedinamenti e insulti.

L’uomo, inoltre, in una circostanza avrebbe rincorso una delle vittime brandendo in mano un coltello e minacciando di volergli tagliare la testa e solo grazie alla fuga si evitò il peggio.

In altre circostanze, invece, avrebbe cercato di investirle con l’autovettura e in una occasione avrebbe colpito una di loro con un tubo in ferro provocandole delle lesioni alla mano.

Tra gli ulteriori episodi riferiti dai denuncianti, anche una minaccia di morte con l’uso di un tagliaerba e un tentativo di entrare in casa per aggredire la donna.

La situazione avrebbe profondamente destabilizzato la tranquillità delle persone offese, generando uno stato di timore che le aveva indotte a cambiare finanche le abitudini di vita e a non uscire di casa se non accompagnate.

Da ultimo, dopo aver installato le cancellate in ferro agli infissi, la decisione di mettere in vendita la propria abitazione pur di non subire ulteriori persecuzioni.

Dopo numerose denunce-querele e dopo avere raccolto altrettanti indizi, il Tribunale di Castrovillari, in accoglimento della richiesta di applicazione di una misura cautelare, richiesta anche dall’avvocato Meles, lo scorso anno aveva applicato nei confronti dell'ex carabiniere il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, prescrivendogli anche di mantenere una distanza non minore di centocinquanta metri.

Misura non rispettata dall’indagato, che avrebbe continuato a mettere in atto comportamenti persecutori. Da qui la richiesta avanzata dalla Procura, sollecitata dall’legale con una serie di atti documentali, e accolta dal Tribunale che ha disposto l’applicazione della misura degli arresti domiciliari.