Il fiato della ‘ndrangheta anche nel riminese? Otto indagati per estorsione

Cosenza Cronaca

I finanzieri del Comando Provinciale di Rimini, con la collaborazione dei colleghi di Cosenza e Taranto, sono impegnati da stamane in una vasta operazione, chiamata in codice Popilia”.

Il blitz, scattato in Emilia Romagna ed in contemporanea in Calabria ed in Puglia, farebbe luce sulla gestione, da parte di alcune persone di origine calabrese e quasi tutte pregiudicate, di cinque hotel, un chiringuito e una società che opera nel settore degli allestimenti fieristici nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Siena, attraverso aziende che si ritiene siano state intestate a dei prestanome.

Oltre 50 militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo emiliano, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica locale, e con il supporto dei colleghi dei Reparti territoriali competenti, stanno eseguendo nelle tre regioni interessate un provvedimento del Gip che ha disposto otto misure cautelari.

Agli indagati vengono contestati i reati di estorsione, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un’arma comune da sparo, in particolare una calibro 7,65; così come l’intestazione fittizia di beni.

Eseguito inoltre un sequestro che ha interessato le quote sociali e i beni aziendali di sei società, tra cui le cinque che gestivano gli hotel in delle note località turistiche, oltre che l’azienda che si occupava degli allestimenti fieristici. Sono in corso anche venti perquisizioni domiciliari.

Per alcuni dei indagati i reati di estorsione sono aggravati dal fatto di aver minacciato la parte offesa con un’arma e di aver evocato la loro presunta appartenenza alla ‘ndrangheta.

I dettagli dell’operazione saranno illustrati durante una conferenza che si terrà stamani presso il Comando Provinciale di Rimini.

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