Il presidente Anci Calabria Manna: “Il sud riparta dalla rivoluzione culturale dei sindaci”

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Il sud riparta dalla rivoluzione culturale dei sindaci”, è l’appello lanciato dal presidente Anci Calabria, Marcello Manna. “Ciò a cui stiamo assistendo, soprattutto in questo determinato momento, è una vera e propria rivoluzione culturale, prima che politica: noi sindaci vogliamo cambiare la storia della nostra terra rovesciando quel destino che ci ha visto sinora subalterni e passivi dinanzi le appartenenze e le logiche partitiche”.

Abbiamo fatto fronte comune, stilato un documento condiviso, chiedendo interventi immediati per poter uscire dall’attuale impasse. Uniti, rappresentiamo realmente i nostri cittadini perché ogni giorno ne ascoltiamo le istanze. Conosciamo i territori in cui viviamo e sappiamo che, oltre a superare le contingenti emergenze, è necessario pianificare”.

Il primo cittadino di Rende ha poi sottolineato come: “Ripartire dall’iniziativa promossa da Anci Calabria lo scorso martedì con il ministro Stefano Patuanelli significa mettere al centro del discorso politico la voce di noi sindaci. Il responsabile del dicastero dell’agricoltura ha dato risposte immediate, conscio che il tema incendi vada di pari passo con quello del dissesto idrogeologico”.

Per la prima volta non solo i sindaci calabresi, ma anche siciliani e sardi: “si sono uniti lanciando il grido d’allarme al governo Draghi. Bisogna proseguire su questa strada affinché si possa essere protagonisti del nostro futuro. Il rilancio del Sud non può passare da scelte calate dall’alto, estromettendo chi, quotidianamente, si trova, spesso solo, a dover fronteggiare le rilevanti criticità che investono i nostri territori senza le risorse finanziarie necessarie. Con il Recovery Fund dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter programmare interventi strutturati a medio e lungo periodo”.

Pensiamo al superamento dei deficit infrastrutturali e a una mobilità sostenibile, vogliamo che si superi l’emergenza abitativa e si investa di nuovo nell’edilizia sociale, crediamo che investire risorse ed eccellenze sui servizi essenziali quali la sanità, l’istruzione, l’idrico, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti significhi garantire alle nostre comunità un futuro non più governato dalle emergenze ed eliminare, in via definitiva, il divario storico dal resto del Paese, affrancandosi una volta per tutte dal novero delle aree più povere d'Europa”, ha concluso Manna.