Operazione Geolja, Bombardieri: “Su Gioia Tauro controllo asfissiante della ‘ndrangheta”

Reggio Calabria Cronaca
Giovanni Bombardieri

Da una parte il tentativo di arricchirsi tramite richieste estorsive, dall’altra l’imposizione del “carisma” criminale. Questi gli elementi emersi dall’operazione Geolja che ha portato all’arresto di 12 persone nella piana di Gioia Tauro. (LEGGI)

Quello che è emerso dall’indagine è per il Procuratore Capo Giovanni Bombardieriun fatto preoccupante”, perché “è stata di fatto azzerata la libera concorrenza” così come è preoccupante “la consapevolezza degli imprenditori di dover fare la ‘messa a posto’ per avviare la propria attività commerciale”.

Bombardieri è andato anche oltre, parlando del controllo asfissiante della criminalità organizzata che per “volontà di controllare le attività” ha utilizzato modalità che si discostano da quelle classiche dal momento che il pagamento del pizzo era una sorta di protezione mafiosa per cui le imprese “venivano ‘regolarizzate’ e autorizzate a esercitare l’attività commerciale”.

Emerge dunque “la difficoltà di fare impresa in un territorio come quello di Gioia Tauro dove gli imprenditori decidono di sottostare alle dinamiche della criminalità” ed evitano di iscriversi alle associazioni anti racket.

Sullo stesso punto è tornato anche l’Aggiunto Calogero Gaetano Paci: “A seguito del danneggiamento del forno, i proprietari hanno deciso di chiedere l’accesso a un fondo di solidarietà del Ministero dell’Interno per le aziende colpite da attentati dolosi e si sono giustificati con i clan affermando che non si sarebbero mai iscritti a un’associazione anti racket”. “Purtroppo – ha proseguito Paci – la cultura della legalità fa fatica ad affermarsi in questo territorio”.

Alla conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell’inchiesta, erano inoltre presenti Marco Guerrini, comandante del comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria; Andrea Barbieri, comandante della compagnia dei carabinieri di Gioia Tauro; e Marco Filippi, comandante del Nucleo investigativo di Gioia Tauro.

Se Guerrini ha parlato della “presenza asfissiante della criminalità nell’economica locale” tanto da “incidere sulle scelte economiche del territorio”, Barbieri ha invece fatto riferimento alla divisione in zone della città di Gioia Tauro: “Un collaboratore di giustizia ha dichiarato che sulla città le richiesta estorsive e il controllo delle zone passano da una divisione tra clan. C’è un controllo che è stato stabilito tra le diverse consorterie”.

Filippi invece ha posto l’accento sull’importanza dei presidi delle forze dell’ordine: “I presidi vivono nelle città e riescono a percepire i segnali del territorio”.