Basso Profilo, restano in carcere D’Alessandro e Leone: la Cassazione rigetta i ricorsi

Crotone Cronaca

Restano in carcere Ercole D’Alessandro ed Andrea Leone: la Corte di Cassazione ha rigettato, questa sera, il ricorso presentato dai due indagati coinvolti nell’inchiesta Basso Profilo (LEGGI).

Finiti in manette sul finire di gennaio del 2020 assieme a numerosi altri soggetti (QUI), sarebbero coinvolti in una serie di collegamenti con alcune cosche del crotonese.

È accusato di associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso Ercole D’Alessandro, ex luogotenente della Guardia di Finanza presso il Nucleo di Polizia Economico-Finanziario, ma non solo: su di lui pendono anche altri reati come quello di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, traffico di influenze illecito, accesso abusivo a sistema informatico, false attestazioni e truffa.

Una trafila che - se confermata - non farebbe di certo onore all’ex finanziere ritenuto “infedele” e che, secondo gli inquirenti, avrebbe svolto il ruolo di “referente istituzionale-giudiziario per conto di Tommaso e Saverio Bruto, padre e figlio e rispettivamente ex consigliere comunale di Catanzaro ed ex consigliere comunale di Simeri Crichi.

L’ipotesi è che sia stato lui, dunque, a fornire informazioni sulla posizione di Antonio Gallo, mettendosi a disposizione del sodalizio diffondendo informazioni riservate, sfruttando la sua posizione.

È accusato, invece, di associazione mafiosa ed associazione a delinquere Andrea Leone. Sempre secondo l’ipotesi accusatoria, sfruttando la sua “intraprendenza imprenditoriale”, sarebbe riuscito a veicolare una parte dei proventi delle cosche al punto da essere considerato “riferimento operativo” della persona di Antonio Santo Bagnato, ritenuto a capo della locale di Roccabernarda.

A suo carico vi sono diverse ipotesi di reati finanziari ed economici, come l’emissione di fatture o documenti falsi, nonché l’impiego di capitali illeciti.

Secondo l’accusa, avrebbe messo in piedi diverse società fittizie grazie a diversi prestanome col fine di avvantaggiare il sodalizio criminale.