Rifiuti. È bufera nel vibonese: sei nuovi indagati, si “scava” negli ultimi 13 anni

Vibo Valentia Cronaca

La questione dei rifiuti è diventata una “cosa seria a Vibo Valentia e pare riservare giorni “bollenti” a palazzo “Luigi Razza” oltre che tra le ditte che si sono occupate del servizio di raccolta negli ultimi 13 anni.

Dopo l’avviso di conclusione indagini notificato a quattro dirigenti della EcoCar, la ditta attualmente incaricata per il servizio di raccolta (QUI), la Procura vibonese non si è fermata e, facendo un passo indietro nel tempo, ieri ha “puntato” anche all’Eurocoop, la ditta che ha gestito la raccolta dei rifiuti tra il 2008 e il 2014, nonché ad amministratori e dirigenti pro-tempore del Comune.

Ad oggi sarebbero in tutto 10 le persone indagate. Ai quatto dirigenti della EcoCar, infatti, si aggiungerebbero Silvio Pellegrino, rappresentante della ditta Eurocoop; l’ex sindaco Nicola D’Agostino; Claudio Decembrini, ex responsabile dell’Ufficio tecnico dell’Ente; l’ex dirigente Demetrio Beatino; l’attuale assessore all’Urbanistica Pasquale Scalamogna; e la dirigente del settore Ambiente Adriana Teti, recentemente sollevata dall’incarico (QUI).

Secondo gli inquirenti, il rappresentante della ditta Eurocoopnell’esecuzione del contratto d’appalto, aggiudicato dal Cns per conto dell’Eurocoop, distaccandosi dai disciplinati d’appalto con conseguente aggravio di spese e oneri a carico del Comune” avrebbe attuato dei presunticomportamenti fraudolenti”.

Per quanto riguarda i tre dirigenti Beatino, Scalamogna e Teti, la Procura sostiene abbiano omesso di eseguire “i dovuti controlli e le contestazioni relative alle mancate forniture dei servizi previsti dal contratto e non provvedevano, pur a conoscenza della mancata realizzazione del servizio, a segnalare, bloccare, regolarizzare la fornitura, ovvero, a revocare l’affidamento all’Eurocoop”.

A tutti i nuovi indagati, a vario titolo, viene inoltre contestato il concorso di frode nelle pubbliche forniture. Sotto la lente anche la questione della raccolta differenziata che, pur inserita nel capitolato, “mai ha raggiunto le percentuali previste”.

Inoltre, sempre secondo la Procura, sarebbero stati posti “alla base delle liquidazioni da parte dell’Ente, documenti fiscali per voci di spesa inerenti i centri di raccolta che, pur non essendo mai stati predisposti, sono stati comunque oggetto di erogazioni di ingenti somme di denaro pubblico”.

Le indagini sono coordinate dal sostituto Filomena Aliberti.