Operazione Eleo. Colpo alla locale di Petilia, Dda chiede il processo per diciannove

Crotone Cronaca

Processo per diciannove indagati nell’ambito dell’inchiesta “Eleo” (QUI) contro le cosche di ‘ndrangheta di Petilia Policastro, nel crotonese.

Questa la richiesta avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che contesta agli indagati reati che vanno dall’associazione mafiosa all’omicidio, dalle estorsioni all’usura, passando per quelli relativi ad armi, furti, danneggiamenti con incendio.

LE RICHIESTE

La Dda vuole dunque alla sbarra i petilini Domenico Bruno, 49enne; Salvatore Bruno, 25enne; Salvatore Caria, 43enne; Francesca Costanzo, 61enne; Rosario Curcio, 61enne; Massimo Cosco, 40enne; Diego Garofalo, 41enne; Giuseppe Garofalo, 35enne; Mario Garofalo 45enne.

Ed ancora, Antonio Grano, 39enne; Pierluigi Ierardi, 29enne; Ivano Mirabelli, 48enne; Francesco Scalise, 34enne e Oreste Vona, 46enne; anche loro di Petilia.

Rinvio a giudizio richiesto ancora per Giacinto Castagnino e Alessandro Gelfo, entrambi 31enni e tutti e due di Crotone; e per Giuseppe Garofalo, 66enne, Antonio Gelfo, 58enne, e Tommaso Rizzuti, 39enne, tutti invece di Cotronei.

IL BLITZ

L’operazione scattò nella notte del 25 gennaio scorso (QUI) quando i carabinieri fermarono dodici persone (I NOMI), che divennero 18 poco meno di un mese dopo (QUI), tra cui il presunto mandante ed un esecutore materiale dell’omicidio dell’allevatore Massimo Vona, sparito nel nulla alla fine d’ottobre del 2018 (QUI) e da allora mai più ritrovato.

Gli investigatori colpirono quel giorno quelli che ritengono essere gli appartenenti alla cosiddetta Locale di ‘ndrangheta di Petilia Policastro, che controlla il territorio compreso trai i comuni di Petilia e Cotronei.

Nel corso delle indagini, poi, emersero diversi episodi di attività finanziaria illecita e di usura commessi nei confronti di commercianti e liberi professionisti in difficoltà economiche.

Gli investigatori arrivarono inoltre ad identificare i presunti responsabili di estorsioni subite da imprenditori locali attivi soprattutto nel settore turistico, in località Trepidò di Cotronei, e in quello boschivo, dell’area silana.