Tirocinanti in rivolta al Comune di Vibo: “sfruttati, sottopagati e senza certezze per il futuro”

Vibo Valentia Cronaca

Al Comune di Vibo Valentia “scoppia” la rivolta dei tirocinanti. A ribellarsi sono 24 persone, padri e madri di famiglia, che hanno fatto pervenire al presidente della Commissione Politiche sociali dell’ente una lettera in cui denunciano sostanzialmente di essere “sfruttati, sottopagati e senza certezze per il futuro”.

Nella missiva i tirocinanti scrivono: “Siamo un gruppo di 24 unità di varie fasce d’età, su circa 6500 in tutta la Calabria che da anni sono ospitati all’interno del Comune Vibo Valentia. Alcuni di noi, dal 2011. Negli anni siamo stati ospitati nei diversi Settori dell’Ente, dalla portineria, ai Servizi Cimiteriali e agli Uffici Amministrativi normalmente aperti al pubblico, nonché a ruoli afferenti materie politiche. Siamo stati affiancati da Tutor, i quali, hanno riversato su di noi la loro esperienza e professionalità, rendendoci dei veri e propri “impiegati” con acquisita un importante esperienza lavorativa”.

“Purtroppo, dato il nostro “status”, - proseguono - il quale non consente il riconoscimento come lavoratori incardinati nell’Ente e nei vari Enti ospitanti, tale professionalità e competenza non hanno validità. Gli anni di esperienza presso gli Enti non sono nemmeno validi ai fini di un punteggio nei Concorsi di Pubblica Amministrazione. Per quanto riguarda la retribuzione, il cui ammontare è di soli 500 € mensili, pagati in forma bimestrale, con tutti i disagi che questa modalità di pagamento comporta, a volte è l’unica forma di sostegno per le famiglie. Spesso ci sentiamo dire di guardarci intorno e trovarci un vero lavoro, ma alcuni di noi, con età quasi vicina alla pensione, dove ci dobbiamo guardare? Non dimentichiamo poi, che il nostro stato di ex percettori di mobilità in deroga è dovuto proprio al fallimento o alla chiusura di aziende ed attività martoriate dalla scarsa economia presente nella nostra amata Calabria”.

I tirocinanti avanzano sottolineando nella missiva di aver “assistito all’interesse di diverse parti politiche regionali, che dicono di aver preso a cuore la nostra situazione presentando proposte a livello nazionale, se ciò fosse vero, darebbe ristoro e sollievo alle famiglie, che chiedono semplicemente di essere riconosciuti in modo equo e dignitoso per il lavoro svolto con impegno e dedizione. In molti Enti, i Sindaci, hanno espresso il loro appoggio ai Tirocinanti, presentando delle richieste di proroga dei contratti, sebbene tale iniziativa sia lodevole, la problematica che ne seguirebbe, è che ancora una volta siamo “ lavoratori in nero” con un rimborso di 500€ a fronte di veri e propri ruoli svolti al pari degli impiegati.”

“La nostra semplice richiesta -concludono i tirocinanti – in tutto ciò, è quella di vedere la nostra situazione risolta una volta per tutte, conferendo la dignità dovuta alle famiglie ed ai Tirocinanti tutti con un vero e proprio contratto lavorativo”.

La lettera non è passata inosservata e la questione dei tirocinanti è divenuto il principale argomento di discussione nella seduta di ieri nell’Aula del Consiglio comunale. Adesso non resta che attendere risvolti, si spera positivi, per questi lavoratori che attendono di essere stabilizzati.