Morti bianche, Sindacati: “Dati allarmanti. Occorre patto per sicurezza sul lavoro”

Calabria Attualità

Oltre cinque miliardi di ore di lavoro in meno a causa della pandemia non hanno sgravato il triste dato delle vittime del lavoro. Dall’inizio del 2021 nel nostro Paese sono già 190 i morti sul lavoro registrati (3 al giorno) e 31 vittime si contano solo in Calabria in un anno.

L’allarmante dato è stato reso noto oggi a Lamezia nel corso di una conferenza sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro tenuta dalla nuova associazione regionale Slc Calabria, costituita dalle Federazioni regionali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil ed alla quale, tra gli altri, hanno anche preso parte i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.

Vogliamo mobilitare le coscienze di tutti perché 3 morti al giorno nel nostro Paese e 31 in Calabria in un anno chiedono rispetto”. Hanno detto i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria.

Si tratta di una battaglia di civiltà che stiamo conducendo unitariamente”, hanno precisato Sposato, Russo e Biondo, che invitano le istituzioni e le imprese “a fare la loro parte, in una regione in cui, nella catena perversa di appalti e subappalti, i lavoratori sono l’anello debole.”.

Gli incidenti sul lavoro, per i tre segretari generali “sono dovuti in larghissima parte alla mancanza di controlli nelle aziende piccole e medie. Necessitano perciò più verifiche e prevenzione”.

In Calabriaoltre il 50% dei lavoratori risulta essere in nero totalmente o parzialmente” e, come ricordato da Sposato, “esiste un caporalato anche nel settore edile” cui si aggiunge “una forte presenza della catena di appalti e sub appalti”.

Partendo dal settore edile, per poi, toccare anche altri settori, i sindacati iniziano “questa battaglia – ha detto Biondo – affinché ci sia un protocollo nazionale sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro che parta da cose concrete: più assunzioni di ispettori che verifichino che nei luoghi di lavoro siano applicate le norme di sicurezza, più medici di medicina del lavoro nelle Asp, rafforzamento della rappresentanza per la sicurezza dei lavorati all’interno con la creazione dei Rlst”.

Per Russo i dati sono “allarmanti perché qui c’è tanto precariato” e, inoltre, per il sindacalista allarma la “mancanza di formazione” ed è ritenuto “necessario un patto per la sicurezza sui luoghi di lavoro ancora di più in Calabria. In questo patto – ha aggiunto – bisogna coinvolgere anche la parte imprenditoriale in quanto serve tanta formazione perché attraverso di essa sia lavoratori che imprese siano messe nelle condizioni di conoscere bene la situazione”.

Avanzata nel corso dell’incontro la richiesta di “una patente a punti” per le imprese in base alla quale le imprese che “non hanno regolarità salariale e di sicurezza non possono partecipare agli appalti”.

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil si sono rivolti poi alla Regione chiedendo “maggiore attenzione e coordinamento per gli enti bilaterali e l’operatività di una commissione ad hoc sulla sicurezza nel lavoro”.

Nell’incontro sono stati designati anche Rlst (Rappresentanti lavoratori sicurezza territoriale), che sono i dirigenti sindacali Maria Antonietta Moricca, Cataldo Vitale e Spasimina Papasidero.

Cgil, Cisl e Uil Calabria e le categorie degli edili hanno lanciato una serie di iniziative in Calabria sul tema della sicurezza stragi sui luoghi di lavoro, tra cui assemblee, mobilitazioni, e incontri istituzionali. Il primo primo incontro è stato già fissato per giovedì 20 maggio con il presidente della Conferenza Episcopale Calabra, monsignor Vincenzo Bertolone.