Ripartizione fondi Feasr, interrogazione di Abate

Calabria Attualità

Rosa Silvana Abate, senatrice del gruppo misto e Capogruppo in commissione Agricoltura, ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, in riferimento all’intenzione del dicastero di “rivedere il piano per l'assegnazione dei fondi europei del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) di sicuro per il periodo transitorio (2021 e 2022) verso la nuova Pac”.

“Il Ministro avrebbe redatto una ipotesi di ripartizione che prevedrebbe l’introduzione nel 2021 di un 30% di questi nuovi criteri, definiti oggettivi e che comprendono ad esempio la produzione lorda vendibile, la superficie agricola utile, il numero di imprese, e il mantenimento del 70% dei parametri storici, e il ribaltamento delle percentuali nel 2022, con i criteri oggettivi a incidere per il 70% e i parametri storici per il restante 30%. Una soluzione che andrebbe a danneggiare Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria, le sei regioni che storicamente ricevevano più fondi dalla PAC per colmare il proprio gap con le altre regioni più ricche”, scrive Abate.

“Ho presentato una interrogazione in Senato per chiedergli cosa intenda fare visto che, con l’attuale ripartizione della Pac, i soldi sono già troppo pochi e stravolgere i parametri attualmente in vigore e ritoccare la ripartizione dei fondi Feasr del Psr spostandoli dal Sud al Nord andrebbe a incidere profondamente sul prodotto interno lordi di regioni quali la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia, la Sicilia e l’Umbria, che da sole rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr”.

Ha chiesto poi di “verificare la correttezza di tutte le procedure seguite prima di intraprendere una strada che, come ha già dichiarato il Commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, sembra impraticabile visto che le somme del Feasr sono destinate a colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali, cioè tra le sei regioni più povere che si oppongono alla nuova ripartizione e le altre quindici e che potrebbe, quindi, portare all’apertura una procedura d'infrazione per il mancato recepimento e rispetto di una direttiva europea e, quindi, anche al blocco dei fondi. Anche perché all’orizzonte ci sarebbe un altro problema: se Patuanelli decidesse di forzare l’applicazione della sua proposta di ripartizione del Feasr, dovrebbe chiarire come andrebbe a cofinanziare, in accordo con il MEF, i fondi europei per compensare lo spostamento di risorse dalle Regioni meno sviluppate alle altre”, conclude Abate.