Progetto Luigi Cipparrone: a Cosenza la ricerca dello spirito del luogo

Cosenza Tempo Libero
©Eredi Luigi Cipparrone

È stato dedicato allo spazio urbano attraverso gli occhi di Luigi Cipparrone il secondo seminario dell’evento “Luigi Cipparrone (1947-2013). La fotografia come archivio del territorio calabrese” promosso dall’associazione Fata Morgana.

Protagonista del secondo appuntamento, “Alla ricerca dello spirito del luogo. La fotografia come archivio del patrimonio culturale”, uno studio sulla città, all’interno di una ricostruzione sul genius loci nelle fotografie urbane da Eugène Atget a Gabriele Basilico, attraverso un percorso ideato e presentato da Caterina Martino, curatrice e coordinatrice scientifica dell’evento, e Marcello Walter Bruno, docente di cinema, fotografia e nuovi media all’Università della Calabria.

L’obiettivo del seminario è stato quello di approfondire i dettagli dell’opera di Cipparrone, scoprire le forme e identificare il patrimonio culturale e paesaggistico fotografato, per dimostrare come il suo lavoro su Cosenza, il suo spazio urbano, si collochi all’interno di un percorso ricostruibile attraverso alcuni importanti riferimenti nella storia della fotografia.

“Questo seminario – ha spiegato Caterina Martino – prende il titolo dal nome di un progetto fotografico di Cipparrone (“Alla ricerca dello spirito del luogo”) in cui sono presenti alcuni angoli e scene della parte antica della città, meglio conosciuta come Cosenza vecchia. L’idea alla base del progetto è che un luogo non sia mai una porzione di spazio vuota, animata e sterile, ma sia, al contrario, una porzione di spazio vissuta che ha subito il passaggio del tempo ed è disseminata di tracce più o meno visibili e riconoscibili. È come se il luogo per Cipparrone avesse un’anima, uno spirito. Per lui osservare, studiare e conoscere un luogo significa rivelarne il suo passato e contemporaneamente legarlo al presente”.

Cipparrone ha lasciato numerose fotografie al momento conservate privatamente dalla famiglia che ha concesso l’accesso e la consultazione del materiale fotografico al Team di lavoro del progetto e all’associazione culturale “Fata Morgana”, per dare vita a una primissima forma di ricerca sul fondo ancora inedito dell’artista della fotografia contemporanea.

“Stiamo iniziando una ricerca, non la stiamo concludendo – ha commentato Marcello Walter Bruno, membro del comitato scientifico del progetto –. C’è una questione teorica da analizzare, ovvero cosa sia il territorio e cosa voglia dire fotografarlo. Cipparrone ha studiato i dettagli di Cosenza antica, dalle forme particolari dei battenti delle porte alla ricerca sui numeri civici intesi proprio come l’elemento fisico sul muro. Il suo obiettivo era indagare il tema della riconoscibilità della città, scoprire se vi fossero luoghi ed elementi iconici che la caratterizzassero e la distinguessero da tutte le altre. Bisogna esaminare il fondo Cipparrone e fare una ricerca all’interno della sua biblioteca personale per capire a quali fonti della storia della fotografia si sia ispirato nel progettare un tentativo di archiviazione del territorio e del patrimonio culturale cosentino”.

Archiviare il territorio significa anche fare i conti con il patrimonio culturale che lo caratterizza, abbandonando lo sguardo monumentale delle imprese ottocentesche e assumendo uno sguardo critico, rinnovato, sperimentale e concettuale.

Prossimo appuntamento martedì 11 maggio con il terzo seminario “Fuoriquadro”: Fotografia tra editoria, arte, archivio e patrimonio culturale, che vedrà protagoniste Anna Cipparrone e Antonella Salatino.