Lo “zampino” della ‘ndrangheta in un’azienda leader del veronese: disposta l’amministrazione giudiziaria

Crotone Cronaca

Disposta l’amministrazione giudiziaria nei confronti della Cubi Srl, azienda veronese leader nel settore della progettazione, riparazione e manutenzione di linee elettriche, che opera sia in Italia che all’estero da ben 25 anni, ovvero dal 1996, e dietro la quale vi sarebbe lo “zampino” della ’ndrangheta.

Ad eseguire il provvedimento - emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia, su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore Distrettuale del capoluogo veneto e dal Direttore della Dia - è stata stamani la Direzione Investigativa Antimafia di Padova che è andata a colpire, per la prima volta, un’impresa con sede in Veneto e amministrata e rappresentata da persone ritenute contigue ad elementi di spicco della criminalità organizzata calabrese operanti nella provincia di Verona.

I CLAN “INFILTRATI”

In particolare, l’azienda - titolare di commesse per circa 90 milioni di euro - sarebbe riconducibile alle famiglie di dei Versace-Napoli-Albanese-Gerace ed a loro volta coinvolte in rapporti commerciali e di “malaffare” con esponenti della famiglia Giardino, affiliata alla nota cosca degli Arena-Nicoscia.

LE INDAGINI

La misura eseguita oggi scaturisce dagli ulteriori approfondimenti svolti dalla Dia sulla compagine societaria che, anche sulla base ad indagini già svolte, avrebbe portato a documentare dei rapporti assidui del socio di maggioranza, Luca Cubi, con soggetti indiziati di essere affiliati alla ‘ndrangheta e le cui risultanze hanno portato la Prefettura di Verona ad emettere, nel dicembre scorso, un’interdittiva antimafia nei confronti dell’azienda.

Particolarmente significativa, al riguardo, sarebbe la ricostruzione del legame “peculiare” tra la famiglia Versace, dagli inquirenti ritenuta affiliata alla ‘ndrangheta, e Luca Cubi, e che avrebbe evidenziato degli stretti legami di tipo commerciale.

Di recente i fratelli Diego, Giuseppe e Francesco Versace sono finiti in carcere nell’ambito delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Venezia - l’operazione “Taurus” (QUI) - che ha colpito appunto la cosca Versace di Polistena ed in cui Cubi è stato raggiunto da un provvedimento cautelare.

L’amministrazione giudiziaria avrà effetto sulla società e il relativo patrimonio aziendale per un valore complessivo prudenzialmente stimato in oltre 3 milioni di euro.