Operazione Tibus, la droga viaggiava sui bus in tutta Europa

Reggio Calabria Cronaca

Roma come centro di smistamento di tonnellate di marijuana che da qui venivano poi convogliate sul territorio capitolino per essere successivamente dirottate in tutta Italia e in Germania e Austria. Il tutto grazie ad un sistema di trasporto collaudato, che contava sull’uso di treni e autobus.

Questa mattina i Carabinieri di Roma Parioli, coadiuvati dai colleghi dell’Arma delle province di Roma, Brescia, Modena, Macerata, Genova (Rapallo), Parma, Reggio Calabria (Cittanova), nonché all’estero, in Germania, della città di Kothen, ed in Albania (a Valona), in collaborazione con lo Scip, la Polizia Albanese e quella Tedesca, hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale della Capitale su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone il carcere per 55 persone (QUI).

Queste sono ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a tre distinte associazioni, tutte dedite al traffico illecito di stupefacenti, ma anche di produzione e detenzione illecita e falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale.

Le porte dei penitenziari si sono così spalancare per 52 uomini e tre donne: 27 cittadini albanesi, 23 nigeriani, 4 italiani e un gambiano.

Nel complesso, però, e da aprile del 2018 allo stesso mese del 2019, sono state arrestate 83 persone, sequestrati oltre 481 kg di marjuana e 10 di hashish. Sequestrata anche la somma di poco meno di 70.000 euro. La sostanza al dettaglio avrebbe fruttato circa 2,5 milioni di euro.

LE ASSOCIAZIONI

La prima associazione è di estrazione albanese. Questa, che era solita importare ingenti quantitativi di marijuana direttamente da Valona, smistava la sostanza grazie all’alleanza sia nazionale che internazionale con un gruppo nigeriano. Dell’organizzazione, per gli inquirenti, farebbero parte 27 persone.

Altre tre farebbero invece parte di un’associazione di estrazione nigeriana e altri 8 di una terza “struttura”, sempre nigeriana, che avrebbe avuto il compito di reperire e acquistare grossi quantitativi di marijuana proveniente dall’Albania, poi trasportata e commercializzata in tutto il territorio nazionale ed europeo, disponendo di due basi logistiche a Roma, in via Melicucco e in via Villafranca Tirreno.

Gli altri 17 indagati rispondono di singole o più cessioni di stupefacente. In alcuni casi, ad alcuni indagati viene contestata l’appartenenza contemporaneamente a due delle tre associazioni sotto indagine.

LO SPACCIO ALL’AUTOSTAZIONE

Le indagini partono da un’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli tra aprile 2018 e aprile 2019.

L’operazione è scaturita dal monitoraggio delle piazze di spaccio della Capitale. I militari hanno notato che diversi soggetti fermati e controllati in prossimità degli stalli di partenza dell’autostazione “Tibus”, nascondevano importanti quantitativi di marijuana tra i propri effetti personali e i capi di vestiario, all’interno di zaini, borsoni o trolley.

Tutti i soggetti fermati erano in procinto di partire verso diverse mete. E non solo, perché la sostanza che avevano con se era confezionata sempre allo stesso modo. Inoltre, risultavano senza precedenti penali ed erano stati foto segnalati per “richiesta protezione internazionale”.

Nelle fasi delle indagini, tra i corrieri fermati dai Carabinieri c’è stata anche la detenuta tedesca che a settembre 2018 ha ucciso i due figli a Rebibbia.

La donna era stata sorpresa in macchina mentre trasportava 11 chili di marijuana nascosti tra i pannolini dei bambini. Con lei c’erano anche due nigeriani destinatari dell’ordinanza di oggi.

La donna, che all’epoca aveva 33 anni, è finita in carcere per traffico di stupefacenti. Un mese dopo, mentre era a Rebibbia, ha buttato i due figli piccoli - uno di un anno, l’altro di diciotto mesi - giù dalle scale.

LA MATRICE NIGERIANA

I Carabinieri, nel corso delle indagini, hanno documentato la presenza di persone di riferimento di nazionalità Nigeriana a Roma, per lo più nelle zone di Torre Angela, Tor Bella Monaca, Borghesiana, Castelverde, Ponte di Nona.

Questi, avvalendosi di intermediari, avevano contatti con i loro compaesani presenti nelle altre città d’Italia e con i quali concordavano le quantità, il prezzo e il giorno della partenza delle droga.

Il sistema era collaudato: il referente nigeriano inviava al “collega” romano un “corriere”, quasi sempre giovane, incensurato e reclutato direttamente nei Centri di Prima Accoglienza.

Il referente nella Capitale si occupava dell’approvvigionamento dello stupefacente sempre e soltanto dall’associazione criminale di matrice Albanese, preoccupandosi, spesso, di organizzare il viaggio di ritorno del corriere, alcune volte fornendo anche un autista, soprattutto nei casi di ingenti quantitativi, che accompagnava il “corriere”, per lo più proprio presso l’Autostazione “Tibus”.

Dalle indagini è emerso che lo Sprar di via della Riserva nuova era una piazza di droga anche al dettaglio.

LA DROGA IN VIAGGIO

La droga, che partiva dalla città di Valona in Albania, arrivava in Italia sulle coste pugliesi e con la tecnica della staffetta veniva trasportata nella Capitale imballata, confezionata “sottovuoto”, avviluppata in numerosi strati di cellophane a loro volta avvolti con nastro adesivo colorato, molto spesso con un colore diverso per distinguere i pacchi in base al quantitativo, solitamente mai inferiore ad un chilo.

Le organizzazioni utilizzavano cellulari di vecchia generazione, per disfarsene con facilità. Le comunicazioni con gli acquirenti venivano effettuate quasi esclusivamente mediante “sms” con l’utilizzo degli stessi identici termini in codice.

Il prezzo era assestato sulla stessa fascia, con piccole oscillazioni legate soprattutto al quantitativo richiesto (comprandone di più veniva applicato un maggiore sconto) e alla qualità dello stupefacente.

Soggetti per lo più molto giovani e incensurati venivano usati come fornitori materiali della droga ed a cui - è emerso - veniva riconosciuta una percentuale solitamente pari a 50 Euro per ogni chilo venduto.