Al via la rassegna di Anassilaos dedicata alla chiesa reggina

Reggio Calabria Tempo Libero

Rhegina Ecclesia/Magnae olim Graeciae Metropolis Provinciarum Mater et Caput”. È il tema della serie di incontri promossi dall’associazione culturale Anassilaos.

da Giuseppe Diaco, responsabile del Sodalizio nonché appassionato cultore di storia reggina e collezionista di materiale storico-documentale attinente alle vicende della Città. In vista di una mostra dallo stesso studioso progettata e dedicata alla più che bimillenaria storia religiosa della città della Fata Morgana, Anassilaos ha deciso di avviare eventi per far conoscere al più grande pubblico reggino le personalità più eminenti della chiesa reggina con il coinvolgimento di studiosi invitati ad offrire il proprio contributo.

Il primo incontro, a cura di Giuseppe Diaco, è stato dedicato, nel 20° della morte, alla figura di monsignor Antonio Mauro, nato a Gallina il 30 giugno 1914 e scomparso a Roma il 9 dicembre del 2001, rendendo omaggio ad un reggino “anche se - come dice Diaco - nel 1914 Gallina, prima della costituzione della Grande Reggio, era ancora un comune autonomo illustre esponente della Chiesa universale, forse poco conosciuto ai più, che tuttavia ha svolto compito preziosi in seno alla Curia romana sotto Paolo VI”.

Ha compiuto gli studi ginnasiali presso il Seminario diocesano, quelli filosofici presso il Seminario della Calabria, quelli teologici presso la Pontificia Facoltà Teologica di Posillipo (Pontificia Facultas Theologica Sancti Aloisii ad Pausilypum), oggi Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale. Alla Pontifica Università del Laterano, a Roma ha conseguito la laurea in utroque iure, cioè sia in diritto civile che in diritto canonico. Ancora più importanti per la sua futura attività in seno alla Curia romana sono stati gli studi fatti presso la Pontificia Accademia Ecclesiastica, sempre a Roma. Il 9 luglio del 1939, a pochi mesi dallo scoppio della Guerra, è stato ordinato sacerdote e ha operato nella Parrocchia di Santa Lucia a Reggio Calabria sotto la guida di Monsignor Aurelio Quattrone, Parroco dal 1920 al 1967.

Il servizio pastorale in una parrocchia popolosa della sua città ha permesso di affinare le sue profonde doti umane e religiose e lo preparò, anche con il sostegno del suo parroco, al ritorno nell’Urbe. Nel 1943 fu richiamato a Roma presso la Segreteria di Stato dall’allora Sostituto Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI) che si mise presto in mostra per le sue notevoli doti religiose e diplomatiche. Nel corso dello svolgimento del Concilio Ecumenico Vaticano II ha ricoperto l’incarico di Perito prima e successivamente di Consultore della Pontificia Commissione per la revisione del codice di diritto canonico. Nell’ottobre del 1963, a pochi mesi dalla elevazione di Montini al soglio pontificio, è stato nominato capo del protocollo della Segreteria di Stato.

Lo stesso Papa Paolo VI il 4 luglio del 1967 lo ha nominato Arcivescovo titolare di Tagaste (l’ordinazione avvenne il successivo 16 luglio) nonché Segretario della Congregazione per gli Affari Religiosi. Tagaste, per quanto diocesi soppressa (era situata un tempo nella antica provincia romana di Numidia), era una diocesi prestigiosa non fosse altro perché città natale di Sant’Agostino. La Congregazione per i religiosi e gli istituti secolari, nell’ambito della quale egli è stato chiamato a ricoprire il prestigioso ruolo di Segretario, è stata creata dallo stesso Pontefice all’indomani del Concilio con la costituzione Regimini Ecclesiae universae.

Il 12 aprile del 1969 viene chiamato ad un incarico ancora più prestigioso, quello di Vicepresidente del Segretariato per i Non Credenti istituito nell’aprile del 1965 da Paolo VI allo scopo di manifestare la sollecitudine pastorale della Chiesa verso coloro che non credono in Dio e non professano alcuna religione; promuovere lo studio dell'ateismo e della carenza di fede e di religione, indagandone le cause e le conseguenze per quanto riguarda la fede cristiana, con l'intento di fornire sussidi adeguati all'azione pastorale, valendosi soprattutto della collaborazione delle istituzioni culturali cattoliche; stabilire il dialogo con gli atei e con i non credenti, ogni volta che costoro siano aperti ad una sincera collaborazione; partecipare a convegni di studio su questa materia per mezzo di persone veramente esperte.

È stato sempre Papa Montini, che verso il Nostro Arcivescovo ha nutrito stima e filiale apprezzamento, che nell’ottobre del 1975 con breve apostolico lo ha nominato amministratore pontificio della Basilica di San Paolo fuori le Mura e delegato pontificio per la Basilica di Sant'Antonio di Padova, incarichi che Egli ha mantenuto fino al 10 dicembre 1990, quando Papa Giovanni Paolo II ha accolto la sua rinuncia dovuta alla raggiunta età di 76 anni. Del suo incarico presso la Basilica di San Paolo, Apostolo delle Genti che ha avuto sempre caro anche per essere stato il fondatore della Chiesa reggina, resta una pregevole pubblicazione, curata da Carlo Pietrangeli (San Paolo Fuori le Mura a Roma).