Terme Luigiane, Sateca: “Situazione inspiegabile, venerdì protesta davanti la Cittadella”

Cosenza Attualità

È pronto a protestare il personale delle Terme Luigiane. Venerdì 19 febbraio i lavoratori della struttura manifesteranno davanti la sede della Regione “per mostrare la propria rabbia per la chiusura immotivata di un’attività che ha sempre garantito lavoro e legalità”, scrive la Sateca.

La società per azioni che gestisce la struttura parla inoltre del mancato rispetto dell’accordo sottoscritto tra Comuni, Regione, Cisl e la stessa società, e ratificato dal Prefetto di Cosenza nel 2019, nel quale era stato stabilito che “l’attuale gestore continuasse ad operare fino al subentro del vincitore della gara che i Comuni avrebbero dovuto effettuare. Purtroppo, il ritardo evidente nel fare la gara, attesa ormai da anni, e la spoliazione di Sateca dei beni necessari alla sua attività decretano oggi la chiusura della stazione termale. In tal modo si distrugge una delle attività turistiche più valide e durature dell’intera regione, determinando un’interruzione di pubblico servizi e impedendo l’erogazione di oltre 500.000 cure l’anno, con la conseguente disoccupazione dei 250 addetti e di tutti i lavoratori dell’importante indotto delle terme”, scrive la società.

La Sateca parla poi del silenzio della Regione che “proprietaria delle acque” per la società avrebbe dovuto avere il compito di “vigilare sul regolare uso della risorsa, la quale dimentica che appena due anni or sono aveva approvato all'unanimità in Consiglio Regionale la mozione del n.140 del 22/01/2019 (che invitiamo a leggere nella sua stesura integrale) in merito alle Terme Luigiane. La mozione nelle sue conclusioni recitava così: “Impegna la Giunta Regionale ed il Presidente della Regione Calabria a mettere in campo, senza indugio, tutte le iniziative atte a garantire il preminente interesse pubblico ed i livelli occupazionali, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, al fine di evitare che anche alle Terme Luigiane tocchi la medesima sorte che ha interessato presidi produttivi del Tirreno Cosentino”.