Scacco alla Locale di Petilia, luce anche sulla scomparsa di Massimo Vona

Crotone Cronaca

Un caso di lupara bianca rimasto senza risposte per oltre due anni, ovvero quello di Massimo Vona, l’allevatore petilino sparito nel nulla alla fine d’ottobre del 2018 (QUI) e da allora mai più ritrovato.

Di lui e da allora nessuna traccia se non l’auto con cui si era allontanato di casa ritrovata qualche giorno dopo ma completamente distrutta dal fuoco (QUI).

Su questo tragico fatto, ma non solo, gli uomini del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Crotone e dalla Compagnia di Petilia Policastro ritengono oggi di poter fare luce.

Nella notte il blitz che ha difatti portato al fermo di dodici persone (QUI I NOMI) tra cui il mandante ed un esecutore materiale dell’omicidio dell’allevatore (di cui si sarebbero ricostruite le varie fasi), ma anche i presunti appartenenti alla cosiddetta Locale di ‘ndrangheta di Petilia Policastro, che controlla il territorio dei comuni crotonesi di Petilia e Cotronei.

Locale che – come hanno spiegato gli investigatori - ha visto una sua riorganizzazione, a partire dal 2014, dopo alcune scarcerazioni per fine pena di suoi esponenti di spicco, e che hanno determinato una escalation di atti intimidatori sul territorio.

Nell’inchiesta, quindi, si sarebbero individuati e delineati i ruoli dei vari componenti della “struttura”, tanto degli organizzatori delle attività che dei partecipi, compresi anche i nuovi adepti a disposizione del reggente e con mansioni di autista.

In questo contesto, poi, si sarebbe ricostruito l’assassinio e la soppressione del cadavere di Vona, identificandone, come dicevamo, gli autori.

Nel corso delle indagini, poi, sono emersi diversi episodi di attività finanziaria illecita e di usura, commessi nei confronti di commercianti e liberi professionisti che versavano in difficoltà economiche ed arrivando ad identificare anche i responsabili di estorsioni subite da imprenditori locali attivi soprattutto nel settore turistico (in località Trepidò di Cotronei) e in quello boschivo (nell’area silana).

Gli inquirenti ritengono infine di aver ricostruito specifici danneggiamenti e furti che sarebbero serviti per imporre il “servizio di guardiania” nei villaggi turistici della zona.

IL CASO DI LUPARA BIANCA

Come accennavamo, però, l’attività investigativa ha permesso di identificare il mandante ed un esecutore materiale dell’omicidio di Vona.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri quel 30 ottobre del 2018, la vittima, dopo essere stata attirata inun’azienda agricola di località “Scardiato” di Petilia Policastro, con il falso pretesto di “consegnargli” i responsabili di un incendio appiccato nel 2016 al suo capannone, sarebbe stata uccisa con almeno due colpi di arma da fuoco dal killer che lo attendeva insieme ad altri soggetti ancora sconosciuti.

I responsabili avrebbero poi fatto sparire il cadavere dell’uomo che infatti e purtroppo non è ancora stato ritrovato. L’8 novembre dello stesso anno, in località Scavino, sempre nel petilino, i carabinieri ritrovarono solo la carcassa dell’autovettura dello scomparso, completamente distrutta dal fuoco e abbandonata in una stradina interpoderale a servizio di alcuni appezzamenti di terreno coltivati ad uliveti.

L’indagine è stata diretta e coordinata dalla Dda di Catanzaro, in particolare dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri e dai Sostituti Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino.