Cedro di Calabria: Consorzio riavvia iter per il marchio DOP

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A conclusione della comunicazione dei risultati degli studi sulla tracciabilità del Cedro, il Consorzio del Cedro di Calabria ha riavviato l’iter per la domanda di registrazione del marchio DOP.

“Abbiamo presentato la richiesta presso la Cittadella Regionale "Jole Santelli", alla presenza dell'On. Gianluca Gallo, Assessore alle Politiche agricole e sviluppo agroalimentare, dell'On. Antonio De Caprio, Presidente della commissione anti 'ndrangheta, del Direttore Generale Giacomo Giovinazzo e del Dott. Agronomo Giuseppe Perri.” Precisa in una nota il Presidente del Consorzio Angelo Adduci, che aggiunge: “ Le ricerche condotte dal Laboratorio QUASIORA del Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’Università della Calabria (UNICAL) e dall’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari, hanno permesso di definire il forte nesso di causalità tra la zona geografica vocata alla produzione e la qualità e le caratteristiche del prodotto”.

“Questi studi – precisa Adduci - hanno confermato ciò che da sempre è riconosciuto da più parti, ovvero che esiste un legame imprescindibile ed unico tra le aree di produzione ed il frutto del Cedro, emerge, infatti, che il prodotto “cedro” presenta caratteristiche qualitative che lo differenziano dallo stesso tipo ottenuto fuori dalla nostra zona di produzione. Forti di tale legame e consapevoli che quello delle “DOP-IGP-STG” è un sistema capace di andare oltre la mera salvaguardia dei territori, in quanto riesce ad affermare in maniera sempre più netta le “produzioni di qualità” in uno scenario economico internazionale, la registrazione sarà un marcatore di identità per l’intera Calabria.”

Secondo quanto riferisce il Presidente del Consorzio: “Solo nel nostro Paese, l'analisi del “XVIII Rapporto Ismea-Qualivita” attesta la solidità e la forza del sistema delle indicazioni geografiche capace di promuovere lo sviluppo nell'intero territorio italiano e che, in questa fase di difficoltà legata all'emergenza Covid-19, può puntare sugli aspetti che si confermano pilastri strategici per le indicazioni geografiche e per il settore agroalimentare italiano.”

“La denominazione “Cedro DOP di Santa Maria del Cedro” – chiosa in una nota Adduci - si rifà alla storia moderna della cedricoltura iniziata nel 1939 grazie al lavoro profuso da don Francesco Gatto, parroco di Santa Maria del Cedro - un tempo Cipollina - e presidente della ex Cooperativa del Cedro TUVCAT. Questo è un tributo all’opera lungimirante iniziata da don Gatto che si fece portavoce dei cedricoltori dell’Alto Tirreno Cosentino, facendone rispettare i diritti attraverso una serie di battaglie per la rivendicazione della cedricoltura, un tempo oggetto di speculazioni da parte dei commercianti che operavano fuori regione. Ponendosi come figura di riferimento per tutti coloro che avevano fatto della cedricoltura la loro ragione di vita, egli donò a tutti noi la moderna chiave di lettura del Cedro, iniziando proprio dal cambio di denominazione di una delle località della Riviera, vocata da sempre alla coltivazione di questo frutto, tanto caro agli ebrei di tutto il mondo.”

“Il riconoscimento del marchio DOP permetterà ai tanti coltivatori di offrire sul mercato una produzione dalle caratteristiche uniche e ricercate e – avanza - di segnalarne al consumatore l’origine associata a delle specifiche modalità di produzione. La DOP favorirà l’aumento e la differenziazione dei prodotti sul mercato e l’equilibrio tra la domanda e l’offerta, rafforzando la capacità contrattuale dei piccoli produttori di “prodotti tipici di alta qualità”. Questo è un importante passo per lo sviluppo del territorio,- conclude Adduci- specialmente nelle aree rurali, perché punta a salvaguardarne l’identità ed il proseguimento delle tradizioni e delle attività culturali legate a questa importantissima risorsa calabrese.”