Fiume Noce, Legambiente: “Preoccupati da centraline idroelettriche”

Cosenza Infrastrutture

"Chiediamo che Regione Basilicata e Regione Calabria adottino una posizione chiara e ci appelleremo al Ministro dell'Ambiente affinché si faccia una verifica e si adottino gli opportuni provvedimenti in merito ai progetti idroelettrici che interessano il fiume Noce". Lo chiedono congiuntamente i presidenti di Legambiente Calabria, Basilicata e di Maratea, rispettivamente Anna Parretta, Antonio Lanorte e Giuseppe Ricciardi, preoccupati per i numerosi impianti idroelettrici destinati a sorgere lungo il corso del fiume.

Si tratta di ben otto progetti che si svilupperanno lungo 45 chilometri, e tre di questi ricadranno in territorio calabrese. Il fiume Noce infatti segna, per un tratto di circa 10 chilometri, il confine tra le due regioni.

Questi impianti, frutto di incentivi europei destinati alle energie rinnovabili, potrebbero impattare con l’ambiente, in particolare con la sua parte terminale andando ad influire sui litorali. “I progetti autorizzati per le centraline idroelettriche prevedono la costruzione di opere che sono di ostacolo al trasporto solido e che producono danni ambientali al ripascimento naturale delle spiagge di Maratea, Tortora e Praia a Mare” afferma Parretta.

“Al momento, solo considerando quelli autorizzati, ci sarebbe in media una centralina per nemmeno 6 chilometri di fiume” afferma Ricciardi. “Un numero che appare oggettivamente spropositato. E che ci preoccupa non poco”.

"Altro elemento fondamentale da considerare è l’assenza di qualsiasi valutazione dell’impatto cumulativo di più impianti sullo stesso corso d’acqua” afferma Lanorte. “È chiaro che anche nei casi in cui ciascuno degli impianti, preso singolarmente, presenti un impatto limitato sul corso d’acqua interessato, il loro impatto cumulativo può diventare critico e non compatibile con gli obiettivi di qualità complessivi. Inoltre va tenuto presente che diversi fattori di pressione si manifestano a scale temporali diverse, più o meno ampie”.

I tre gruppi chiedono quindi una serie verifica da parte delle Regioni, volta a controllare il pieno rispetto delle leggi quadro ed a tutelare l’ambiente.