Contrabbando di gasolio agricolo: smantellata “banda” sicula che trafficava a Reggio

Reggio Calabria Cronaca

Un’articolata associazione a delinquere dedita al contrabbando gasolio agricolo – operante tra Sicilia e Calabria - è stata smantellata dalle fiamme gialle di Messina che hanno fatto scattare un operazione denominato “Gioco delle tre carte”.

Dall’alba di oggi, i finanzieri siculi sono entrati in azione ed hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone, oltre ad operare 20 perquisizioni ed il sequestro di beni oltre 2,5 milioni di euro.

LE INDAGINI

L’attività investigativa di polizia giudiziaria, condotta dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Messina, in sinergia con il personale della locale Dogana, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Messina, avrebbe dunque permesso la scoperta di uno strutturato meccanismo illecito, in forza del quale il gasolio agricolo che era destinato ad un agricoltore, con un imposta minore, giungeva di fatto a terzi che, invece, non avevano alcun diritto all’imposta agevolata, come ad esempio autotrasportatori.

Dalle indagini, eseguite tra il 2017 e il 2019, sarebbe emerso un sorta di “gioco delle tre carte”, in cui il truffato non era un ingenuo avventore, allettato da una possibile vincita, ma lo Stato.

LA “BANDA”

Da quanto appurato dalla GdF, la “banda” – costituita un catenese, un materano, un palermitano e un barcellonese, tutti arrestati - avrebbe venduto oltre 5.059.369 litri di gasolio, che avrebbe dovuto essere assoggettato a maggiore imposta, come se fosse semplice “gasolio agricolo”.

Il sistema illecito, oggi represso, faceva capo ad un dominus amministratore di fatto di una società attiva nel commercio di prodotti petroliferi, con sede amministrativa in Francavilla di Sicilia (ME) e sede legale in provincia di Catania.

GASOLIO “SOTTOTRACCIA” DALLA SICILIA A REGGIO CALABRIA

Nel dettaglio, l’attività d’indagine - vagliata dal competente Tribunale di Messina - avrebbe permesso di documentare come in alcuni casi, i truffatori omettessero di prendere formalmente in carico, presso il deposito di Francavilla di Sicilia, il gasolio agricolo (a tributo agevolato), pur destinato a beneficio dell’impresa medesima, movimentandolo “sottotraccia” a beneficio di acquirenti finali che non avevano titolo di ricevere tale prodotto, ovvero svuotando i serbatoi dell’autocisterna in itinere; in altri casi, prendevano in carico, presso il deposito di Francavilla di Sicilia, il gasolio denaturato per l’agricoltura e lo cedevano, successivamente e illecitamente, a soggetti non spettanti, nonché diversi rispetto a quelli indicati nei documenti di vendita (i nominati D.A.S.), la maggior parte con sede nella provincia di Reggio Calabria, utilizzati unicamente per rappresentare formalmente l’asserita successiva alienazione (lecita) a terzi (agricoltori) aventi diritto.

IL GROSSO RISPARMIO

Il beneficio ottenuto, nel breve periodo oggetto di indagini, è risultato l’esecuzione di plurime alienazioni dissimulate di vario genere, dalla società siciliana operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi a diversi acquirenti terzi, con un risparmio di imposta corrispondente ad € 2.496.117,71.

Con l’operazione odierna, il Tribunale, la Procura della Repubblica peloritana, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Messina hanno assicurato alla giustizia un’agguerrita organizzazione criminale, dedita all’illecita vendita di gasolio agricolo a chi non ne aveva titolo, disarticolando l’intera filiera distributiva del carburante illecitamente commercializzato, nonché ristabilendo il corretto funzionamento dello specifico mercato, a tutela degli operatori onesti, che – diversamente – ne verrebbero estromessi perché non in grado di confrontarsi con i prezzi illecitamente competitivi determinati dal vantaggio fiscale prodotto dalla frode accertata.