I giochi di carte tipici della Calabria meno conosciuti e da riscoprire

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Il nostro Paese è ricco di giochi e passatempi tradizionali e tra questi spiccano sicuramente i giochi di carte, alcuni dei quali sono stati esportati anche all’estero. Spesso dimenticati e messi in secondo piano dai loro cugini più famosi, esistono anche dei giochi di carte tipici di determinate regioni. Ecco dunque due giochi di carte calabresi da riscoprire che non tutti conoscono.

L’ORIGINE ITALIANA DI TANTI GIOCHI DI CARTE

L’Italia è uno dei Paesi più importanti per la tradizione dei giochi di carte. È nella Penisola, infatti, che sono nati alcuni dei giochi più famosi a livello nazionale e internazionale. Ce lo conferma anche l’esistenza di tantissimi mazzi locali e regionali dedicati a specifici giochi come la carte napoletane, quelle piacentine, le toscane e le milanesi acquistabili ancora oggi nei negozi specializzati. La fama di questi giochi non si è fermata solo alle partite in osteria o del sabato sera ma ha raggiunto anche il mondo del digitale.

Non è raro oggi infatti avere la possibilità di giocare ai principali giochi di carte italiane, come ad esempio scopa, sulle console di videogiochi, le quali permettono anche di affrontare altri giocatori in linea nello stesso momento, o come sette e mezzo, disponibile su molti casinò online italiani a fianco di giochi di caratura internazionale come poker e blackjack e a cui si può giocare da computer, tablet e smartphone. È purtroppo raro però vedere lo stesso tipo di successo arrivare per alcuni giochi regionali meno conosciuti. Nel caso della Calabria parliamo della Calabresella e del Patruni e sutta.

CALABRESELLA E PATRUNI E SUTTA

La Calabresella è una variante del tressette, gioco a sua volta di origine misteriosa ma probabilmente arrivato dalla Spagna o da Napoli. Il gioco prevede la presenza dai tre giocatori, anche se è possibile arrivare fino a sette giocatori, e di quaranta carte siciliane, piacentine o napoletane. Generalmente la Calabresella è giocata due contro uno e a ogni turno le coppie cambiano. L’obiettivo del gioco è quello di vincere più turni possibili e per farlo bisogna ottenere dei punteggi più alti di quelli degli avversari, i quali vengono contati seguendo il valore delle carte nell’ordine due, tre, asso, seguiti dalle figure di re, cavallo e fante e infine sette, sei, cinque e quattro. I giocatori possono anche fare delle dichiarazioni come passare, chiedere una carta o comunicare di voler giocare da soli.

Altro gioco tipico della Calabria, ma diffuso in tutto il Meridione è Patruni e sutta, di origini siciliane, il cui nome significa “padrone e sotto”. Per giocare a Patruni e sutta servono le carte napoletane e almeno quattro e fino a un massimo di otto giocatori che possono dividersi a squadre. Questo gioco è spesso amato dai compagni di bevute che lo usano risparmiare sul vino o sulla birra facendo pagare gli avversari. L’unicità di Patruni e sutta è la presenza di regole prese da altri giochi. La prima fase è infatti un turno di scopa tradizionale. Finito questo si passa alla seconda fase che si apre con la ridistribuzione delle carte e il conteggio della primiera. Chi ottiene la primiera più alta diventa il patruni, mentre il secondo è u sutta. A questo punto, il padrone e u sutta decidono chi dovrà bere. Esistono molte varianti di questo gioco, la più celebre delle quali è quella a tre carte. Al posto della fase della primiera vengono distribuite le carte e a tre figure vengono associati dei significati particolari. Chi si ritrova una di quelle figure in mano deve svolgere un’azione precisa. La donna, ad esempio, decide chi deve bere tra se stessa e chi ha il cavallo.

Chi vuole riscoprire i giochi di carte della tradizione regionale può iniziare divertendosi con la Calabresella e Patruni e sutta, trovando così passatempi nuovi e meno conosciuti.