Intensa attività antibracconaggio nel reggino: denunciate 8 persone, sequestrate armi e richiami

Reggio Calabria Cronaca

Intensificati i controlli dei Carabinieri forestale di Reggio Calabria nella fascia ionica reggina, dove è “tradizionale” il reato della caccia operata con l’ausilio dei richiami elettroacustici per l’avifauna, metodo espressamente vietato per legge.

Nell’ultima decade di ottobre, i militari delle stazioni di Melito di Porto Salvo e di Brancaleone, quest’ultima coadiuvata da militari del nucleo c.i.t.e.s. di Reggio Calabria, hanno denunciato all’autorità giudiziaria n. 8 persone, colte in flagranza di reato.

Svariati sono gli illeciti contestati, che vanno dall’utilizzo di disposo dei richiami elettroacustici, all’esercizio della caccia nei periodi vietati e all’abbattimento di specie protette.

I DETTAGLI

Nel territorio del comune di Bova Marina, in località Lardicà sono stati deferiti un 61enne,B. A., e un 44enne, l.S., entrambi di Condofuri , sorpresi ad utilizzare i richiami acustici vietati. Inevitabile il deferimento all’autorità giudiziaria ed il sequestro di due fucili da caccia con relativo munizionamento e di 4 richiami elettroacustici vietati, oltre a numerosi esemplari di avifauna protetta già uccisa.

A Melito di Porto Salvo in località Musa-Torre tre persone, E. G., di 41 anni, B.F., di 56, entrambi residenti a Melito e C. F., di 47 anni, residente a Reggio Calabria, sono stati denunciate per uso illegale di richiamo elettroacustico vietato.

Anche in questo caso, oltre al sequestro di 3 fucili con relativo munizionamento, e di 2 dispositivi elettroacustici vietati, è scattato il deferimento all’autorità giudiziaria.

A Montebello Jonico, in località Ficarella, è stato sorpreso M.E.F., 39enne, denunciato a piede libero per aver abbattuto un esemplare di avifauna protetta. Sequestrato anche in questo caso un fucile da caccia e numerose cartucce.

Infine a Caraffa del Bianco, in località Badia del Rizzo, e a Sant’agata del Bianco in località Ripe, sono stati colti sul fatto rispettivamente M.E., 59enne residente ad Ardore e G.A., di 47 anni, residente a Rosarno, entrambi sorpresi ad esercitare la caccia utilizzando i mezzi di richiamo vietati; inevitabile il deferimento all’autorità giudiziaria ed il sequestro dei mezzi di caccia (fucili, munizioni e dispositivi elettroacustici).