Operazione “il Crimine 2”, tutti i retroscena in un libro di Ciconte e Macrì

Calabria Cronaca

I risultati dell'operazione “Il Crimine 2” - che ha portato oggi all’arresto di 41 persone per ‘ndrangheta riportano all’attenzione delle cronache le infiltrazioni e gli affari delle cosche all'estero in particolare in Germania, Svizzera, Canada e Australia – evidenziano il rapporto stretto e diretto tra 'ndrangheta e continente australiano: tutto già raccontato nelle pagine del “Australian 'ndrangheta. I codici di affiliazione e la missione di Nicola Calipari”, scritto da Enzo Ciconte e Vincenzo Macrì.

NEL TESTO, edito dalla Rubbettino editore, è stato raccolto materiale del tutto inedito della relazione finale consegnata da Calipari, il funzionario del Sismi morto in Irak nel 2005, al ministero dell'Interno, che consente di aprire uno squarcio sulla presenza della 'ndrangheta nel continente australiano, di cui sinora poco si sa e pochissimo si è scritto.

Vincenzo Macrì delinea un quadro della presenza della ’ndrangheta in Australia, prima e dopo la missione di Calipari dal quale si comprende la straordinaria capacità di diffusione della mafia calabrese, anche rispetto alle “consorelle” italiane più famose, come mafia siciliana e camorra, che in Australia sono del tutto assenti. Al contrario, la presenza della ’ndrangheta è continua, invasiva e pericolosa, tanto da costringere il governo australiano ad una serie di interventi investigativi e repressivi, di grande rilievo, che tuttavia non produssero risultati definitivi.

Enzo Ciconte affronta una analisi dettagliata del materiale documentale allegato alla relazione di Nicola Calipari, ed in particolare degli esemplari manoscritti di “codici della ’ndrangheta” rinvenuti dagli investigatori australiani nelle abitazioni di uomini d’onore calabresi. Il raffronto anche con i codici ottocenteschi e con quelli conosciuti dopo la missione di Calipari consente di cogliere la sostanziale omogeneità non solo dei riti di affiliazione, ma degli stessi modelli organizzativi che regolano la vita dei “locali” di ’ndrangheta in ogni parte del mondo e l’importanza che tali codici assumono, anche ai nostri giorni, quale forte richiamo identitario.